Il 10 settembre è uscito “Isolante”, il nuovo album di Massimiliano Cremona, pubblicato per l’etichetta DELTA Records & promotions. A questo link trovate la recensione al suo album “Isolante”. Abbiamo intervistato l’artista….
Come scrivi solitamente i testi delle tue canzoni?
In genere sento una sorta di “inquietudine”, a quel punto prendo chitarra, foglio e penna e lascio che accordi, melodia e parole escano spontaneamente. È un processo che spesso mi consente di essere più consapevole di ciò che mi si muove dentro.
Secondo te, qual è la cosa più importante nello scrivere una canzone?
Nel mio caso è l’onestà, l’autenticità, meno filtri riesco a mettere e più il messaggio si rivela sincero, potente.
Hai paura di rivelare aspetti della tua vita personale a estranei attraverso la tua musica?
Non nel momento in cui scrivo la canzone. Certo, quando poi un brano viene pubblicato o lo eseguo dal vivo, può mettermi in imbarazzo, soprattutto se lì dentro rivelo debolezze o ferite, cosa che peraltro non farei mai nella “vita normale”. Ecco perché la musica può essere terapeutica (per me lo è): mi consente di esternare, di buttare fuori, eliminare tossine, ossigenarmi.
Qual è il migliore verso che hai mai scritto (o il più significativo per te)?
Caspita… mi tocca andare a rileggere tutti i miei testi… Sarebbe più facile citare una strofa, non condenso mai un significato in un solo verso. In più separare le parole dalla parte musicale è una forma di violenza, poiché nascono insieme e si completano insieme. Dai, comunque ti rispondo con un paio di versi da “Incastellato” che in questo momento mi piacciono molto: “davanti a te c’è un mondo di strade e favole / reali come il vento, profumate d’innocenza”.
Che cosa ha ispirato “Isolante”?
Tantissime cose: la mia vita personale e la vita in generale, con le sue cadute anche, i drammi che non vengono risparmiati a nessuno. Per fortuna abbiamo l’amore a bilanciare il tutto, e così è anche nel disco. In più “Isolante” è stato ulteriormente ispirato dall’aver vissuto per molti mesi nella casa e nell’atelier di un artista ormai scomparso, in un’isola minuscola abitata solamente da venti persone. Un’esperienza unica.
Qual è stato il miglior momento della tua carriera? E il più difficile?
Il più difficile è stato sicuramente quando ho cantato per la prima volta le mie canzoni in pubblico. Il contesto era totalmente sbagliato, inadatto: mi sono trovato a mettermi emotivamente a nudo – i miei non sono esattamente brani “da festa” – in un pub, durante un party di compleanno, con la partita di calcio proiettata sul maxischermo. A fine esibizione il bassista che suonava con me, per il disagio, se ne è andato lasciando lì gli strumenti. E io ero talmente mortificato che a fine serata, nella fretta di lasciarmi tutto alle spalle, con la mia automobile ho tamponato quella del proprietario del locale: che sia stato un modo inconscio di sfogare la mia frustrazione? Insomma, un vero e proprio successo! Credo che la cosa migliore sia invece la campagna di crowdfunding con cui ho deciso di promuovere e sostenere “Isolante”: è andata oltre le più rosee aspettative, mi ha riportato un’ondata di apprezzamento e affetto che mi ha emozionato moltissimo, inoltre ha aperto la strada a una serie di “house concert” che si stanno rivelando davvero fantastici, la dimensione migliore per la nostra proposta musicale.
Quali sono i tuoi piani per il futuro?
Ho ancora degli house concert da onorare, in Umbria e a Roma. E diversi inviti ad andare a suonare in Germania. Poi continuerò a scrivere, magari sperimentando nuove modalità di composizione.
Definisci il tuo sound…
Acustico e intimo.
Il miglior spettacolo dove hai mai suonato e spiegaci perché è stato il migliore….
Credo che in realtà il miglior spettacolo debba ancora arrivare!
La colonna sonora della tua adolescenza….
Bach, “Toccata e fuga in re minore”.
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