Ciao Emiliano Milano (nella foto sulla sx, premiato ai Dance Music Awards di qualche anno fa con Andrea Damante e Francesco Sarzi). Ci racconti cosa sono i Dance Music Awards, che tornano dopo la pandemia a premiare i dj, i professionisti e i locali più votati nello scenario italiano?
Sono una premiazione nata per individuare e valorizzare senza distinzione tutti coloro che operano nei vari ambiti della night life con particolare riferimento al settore della dance.
Come nel 2019 curerai la serata finale, questa volta a Villa Renoir a Legnano (MI), il 26 marzo ’23. Si sa che gli addetti ai lavori sono tra i più difficili da accontentare, eppure molti ricordano con piacere la serata finale al Qi Clubbing nel 2019 organizzata da te e dal tuo staff…
Nella precedente edizione abbiamo cercato di dare un cambio di marcia a tutto quello che era stato fatto precedentemente. Quest’anno cambiamo tutto di nuovo, credo stravolgendo ogni aspettativa. La manifestazione non si svolgerà più in una discoteca, ma in una location adatta a una vera e propria cena di gala. Villa Renoir credo sia il luogo perfetto per questo tipo di manifestazione.
Come la Top 100 DJs in cui l’organizzatore, il magazine DJ Mag UK conta solo i voti provenienti da tutto il mondo, anche i Dance Music Awards sono molto criticati da alcuni addetti ai lavori… Eppure si può votare chiunque ed il voto è gratuito. Che ci dici sulla formula del premio?
La formula delle votazioni è quella adottata per ogni tipo di concorso con un voto dettato dal pubblico come viene fatto per tutti qui programmi che si vedono alla TV. Abbiamo dato modo anche di poter votare poi anche ai responsabili regionali e ad una vera e propria giuria che fa parte del nostro settore.
I Dance Music Awards, Emiliano Milano, nascono per provare nella difficile impresa di unire gli addetti ai lavori del divertimento e della dance italiana… spiegaci tu perché non venire alla serata che stai organizzando a Villa Renoir sarebbe un errore, anche per chi non è il lizza per essere premiato.
Più un concorso, i DMA per me sono una Reunion tra addetti ai lavori. Credo che il nostro settore, dopo tutto quello che ha passato, abbia bisogno di manifestazioni come questa. Sarebbe un errore non venire, perché invece di pensare a chi vince o a chi perde, bisogna entrare nell’ottica che manifestazioni di questo tipo hanno modo di valorizzare il nostro lavoro e tutti quanti no. Mica solo chi vince.
Ci racconti qualcosa sulla tua avventura al Fellini?
Al Fellini sono arrivato in un momento difficile in cui il locale stava affrontando alcune difficoltà. E’ un avventura nuova, come tutti i progetti che poi inizio. E’ sempre un’avventura, anche se ovviamente conosco già molto bene le dinamiche di questa location, visto che avevo già in passato fatto parte della family, ovvero di chi lavora in questo importante locale. Da settembre ’22 a oggi abbiamo lavorato sodo, con la voglia di far bene e di riposizionare il Fellini ai piani alti, ovvero dove sta da sempre. Devo dire che ci stiamo togliendo molte soddisfazioni.
Quali sono, a tue parere, le nuove tendenze in ambito eventi, musica e divertimento?
Le tendenze di oggi ci portano molto lontano da quello che noi abbiamo sempre identificato come la vera e propria “Discoteca”. Non voglio dire che non esiste più, ma si fa sempre più difficile a impostare un prodotto musicale che si distacchi completamente da tutto quello che oggi gira sul web.
Che periodo sta vivendo il settore divertimento e delle discoteche, secondo te? Molti si sentono ancora “in crisi”, ma forse sbagliano. E’ in crisi il cinema (-49% rispetto al 2019), mentre il settore dei concerti live è in boom…
La crisi c’è stata prima della pandemia, durante la pandemia e esiste tutt’ora. Il 35% sei locali in Italia sono andati in rovina, il 25% si sono ridotti a fare una sola serata e quel 40% vive di luce propria ma con una grande fatica rispetto agli anni precendenti. Il cinema è in calo? Pensavo fosse morto. Dopo le uscite delle nuove piattaforme, come Netflix o Prime e tutte le altre… credo che sia sempre più difficile portare la gente al cinema. I concerti, il live e la facoltà di poter vedere il proprio idolo musicale dal vivo credo invece non abbiano prezzo.
Quando la pandemia bloccava l’Italia molti erano convinti che eventi e concerti non sarebbero ripresi velocemente… invece non è certo stato così. Tu, Emiliano Milano, che ne pensi?
Durante la pandemia tutti noi abbiamo pensato che tutto potesse finire, e molti dei miei colleghi hanno dovuto cambiare lavoro e “riinventarsi”. Basta però pensare a quei momenti: guardiamo il futuro e cerchiamo di essere più ottimisti possibile perché ne abbiamo bisogno!
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