Il ritorno di Alex Britti, dopo l’ultima partecipazione a Sanremo 2015 con il brano “Un attimo importante", è stato affidato all’album “In nome dell’amore (volume 1)”, concept album che parla del sentimento per eccellenza e che, nelle intenzioni del cantautore, contrassegna una svolta artistica nel suo percorso di musicista. La novità viene affidata alla chitarra elettrica anziché a quella acustica, ma sembra essere più uno specchio per allodole che un’occasione per rimescolare le carte in tavola. L’ultima fatica dell’autore di tormentoni storici quali “La vasca” o il più recente “7.000 caffè” si divide a metà tra episodi interessanti e classici immancabili. Tra i primi spiccano la title track, un omaggio al silenzio dal ritmo incalzante e dal testo piacevole, “Perché”, brano che sensibilizza le donne vittime di abusi a denunciare le violenze, e “Tra Tevere e blues”, che dopo aver sgomitato per sembrare più di una jam session diventa autonoma, un cuore palpitante e deciso. Dall’altra parte vi sono “Ti scrivo una canzone”, che si tinge di funky e rimanda alle sigle anni ’90 in stile “Willy, Principe di Bel Air”, “Un attimo importante”, con il suo testo semplicistico e la chitarra elettrica qui più ingombrante che mai e “Cinque petali”, che ricorda Michele Zarillo e che non riesce a smuovere emozione. Tutto il resto, come canterebbe Franco Califano, è noia, già sentito e persino già immaginato. Un album che si rivela a tratti, intimorito dall’azzardo.
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