“Blessed” è il terzo album da solista e 8° album in studio di Alex Vecchietti. Un omaggio all’amicizia, al cameratismo musicale, alla collaborazione internazionale e alla pace. Abbiamo intervistato l’artista…
Ciao! Grazie per essere qui con noi. Cominciamo subito! La musica entra a fare parte della tua vita fin dall’infanzia. Com’è nata questa passione?
Ciao a voi e grazie per questo spazio, la mia vocazione musicale nasce all’età di 9 anni ma si intensifica a 13 anni con l’arrivo della mia prima chitarra e la susseguente ossessione per lo strumento. Ma soprattutto con la sensazione di gratificazione istantanea nel creare melodie, le mie melodie, che mi accompagnano da anni e che mi hanno sorretto in tanti momenti, sia belli che brutti.
Quanto troviamo nella tua musica dell’esperienza londinese?
Direi tanto perché l’eredità più grande lasciatami da Londra è stata il punk e l’attitudine verso la vita e verso l’arte che ne deriva.
Cosa ha scaturito la volontà di continuare come solista?
L’insoddisfazione nei limiti artistici, tecnici e personali di tante persone con le quali ho avuto a che fare e la grande convenienza di potersi autogestire a 360 gradi.
Eccoci al nuovo album: ‘Blessed’. Quale messaggio vuoi che arrivi agli ascoltatori?
La vita,la libertà decisionale, mentale e fisica, l’amore della famiglia e degli amici, la musica, l’arte e soprattutto la natura sono delle benedizioni che non dobbiamo mai dare per scontato.
Quanto hanno influito i tanti collaboratori sullo stile dell’album?
Tanto, senza di loro non sarebbe stato possibile completare l’album e quest’ultimo avrebbe avuto un tono decisamente diverso.
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