Sicuramente è interessante la concezione artistica e musicale che è alla base dei The Hybris: il trio parte dal presupposto che non solo è possibile fare musica anche lavorando a distanza, ma soprattutto che è necessario, oggi più che mai, dare una connotazione politica. Hybris nella tragedia greca, in particolar modo in Eschilo, indicava l’arroganza, l’eccesso di ambizione, l’andare oltre l’ordine costituito…in sintesi, una caratteristica dei nostri tempi, e la scelta di questo nome non è certo casuale.
I tre componenti della band si sono conosciuti in Germania (hanno tutti un buon bagaglio d’esperienza in formazioni punk e rocck), ma attualmente vivono rispettivamente a Nizza, Los Angeles e Colonia. Esigenze personali e di lavoro li hanno portati in luoghi diversi, ma essi scrivono e producono tutto autonomamente, in uno studio di registrazione virtuale congiunto, contribuendo ad ogni pezzo. L’album di debutto, Music, vol.1, è uscito a Giugno 2022.
E’ attualmente disponibile su Youtube il video di Keep the Wolves away, ultimo singolo della band. Questo lavoro ci colpisce profondamente: in un cartone animato quasi in grafica VGA osserviamo uno dei leader mondiali più discussi del momento cimentarsi in una danza bizzarra e grottesca. Sullo sfondo vediamo aerei, bombe, carri armati, lupi (quelli del titolo del brano). Verso la fine osserviamo dei ragazzi incappucciati che distruggono televisioni e computer, ovvero le più grandi armi di distrazione di massa dei nostri tempi.
Ma come si esprime, musicalmente, questa furia iconoclasta? Se i mass media ci illudono che esista un nemico comune, ci illudono che ci siano “buoni” e “cattivi”, che sottofondo può esistere per contraddire tale idea? La miscela sonora della band è densa di elementi. Il brano ruota su un riff di quattro note, dal sound abbastanza cupo. Su tale tema, presente fin dall’inizio, si innestano elementi noise ed industrial, percussioni violente, elettroniche e non: il sound a dal punk, al noise, non disdegna elementi metal. Il cantato è punk, abbastanza irriverente. La struttura strofa – ritornello si ripete due volte, poi c’è una variazione, che conduce verso una breve sezione strumentale ( accordi secchi di chitarra), per poi tornare al ritornello. L’approccio abbastanza punk della band sembra nascondere una discreta attenzione verso alcuni elementi.
Il brano è un concentrato di splendide idee, e non ha paura di essere anti militarista in un’epoca in cui si torna, dopo decenni, a parlare di bombe atomiche. Il merito della band è allora duplice: un’interessante ricerca sonora si muove sulla strada dell’attualità, che porta il trio a dire le cose come stanno, senza mezzi termini. Questo approccio ci piace davvero tanto, e crediamo che molte band debbano seguire questo esempio.
video link: https://www.youtube.com/watch?v=j1GWX_No5FA
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