I das Es hanno pubblicato il loro nuovo ep dal titolo “Viola” che abbiamo recensito sul nostro sito. Il disco è stato registrato e mixato alla Roadhouse11 di Cianciana (AG) da Francesco Less. Il master e la produzione finale è stata curata da Francesco Barbata, presso “Disco 33” di Sciacca. Abbiamo intervistato la band…
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Definite il vostro genere “Post New Wave”, ma le vostre sonorità sembrano risentire di un certo progressive dark anni 70 (Biglietto per l’Inferno, Black Widow, ecc…). Confermate? Quali sono le band 70s che più vi influenzano?
Se abbiamo richiamato il “progressive dark anni 70” non l’abbiamo fatto di proposito, le ispirazioni sono più da cercare in certi Cure e Radiohead, che nella musica di quegli anni.
Non pensate che per un genere come il vostro, che risente di sonorità europee, sia più funzionale la lingua inglese, non solo per esigenze di pubblico, ma anche per la sonorità insita?
In inglese è tutto “più semplice”, ma per esprimere certi concetti l’italiano è indissolubile. Per fortuna ci sono tanti esempi che prima di noi hanno fatto meglio con la nostra lingua madre, vedi Litfiba, Diaframma, CSI, Afterhours, Timoria, Marlene Kunzt, Estra e tanti altri che hanno sdoganato il rock dall’inglese.
Nelle cinque tracce dell’Ep la voce è sempre distante, sembra provenire da un’altra dimensione, e si amalgama agli strumenti. Perché questa scelta?
Grazie, perché vi siete accorti di questo. La voce come strumento, non protagonista assoluta come avviene in tutte le produzioni nostrane e purtroppo anche internazionali degli ultimi anni, è una parte integrante del sound. Ricordo ancora con piacere, quando da ragazzo, per capire cosa dicessero le canzoni che ascoltavo, mi mettevo i testi davanti, questo mi restituiva una sensazione che ti immergeva totalmente nel brano.
Domanda per il chitarrista: quali sono gli effetti di chitarra (splendidi) che vengono usati maggiormente?
Il nucleo del suono della chitarra è lo SLO, Riverbero della Walrus Audio, effetto molto ambient con all’interno una modulazione, che crea paesaggi molto ampi, abbinato ad un delay analogico artigianale della LBC Hand Made. Di base il suono della chitarra non è mail clean, tranne che per l’intro di Resto Indietro e l’arpeggio iniziale di Spairei, il suono attraversa sempre un SD1 della Boss, per le distorsioni invece si è utilizzato un RAT 2 della Proco. Sempre acceso in pedaliera anche un compressore della EH, che aumenta il sustain della chitarra. Un doveroso ringraziamento è dovuto anche a Francesco Less, che da chitarrista, ha avuto una cura maniacale nella registrazione e nel mixaggio.
Avete intenzione di promuovere il nuovo ep in un tour ?
Stiamo lavorando a nuovi brani e preparando una scaletta comprensiva di alcune cover rimaneggiate, per poter affrontare i live estivi.
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