Chiara Dello Iacovo è una giovane cantautrice che si è fatta apprezzare grazie a "Sanremo 2016" classificandosi al secondo posto nella categoria "Nuove Proposte". Con la sua "Introverso" ha vinto il premio della sala stampa intitolato a Lucio Dalla e il "Premio Assomusica 2016". Qualche settimana fa è uscito il suo disco d'esordio "Appena Sveglia" e da aprile sarà in tour.
Sei reduce da una bellissima esperienza come quella del Festival di Sanremo. Cosa porti con te ora che le luci dell’Ariston si sono spente?
Onestamente non ho ancora avuto il tempo per raffreddare il tutto, essendo partita con la promozione negli instore il giorno dopo si è creato un sovraccarico di esperienze e emozioni diverse. Una cosa che sicuramente porto con me è la stima e l’affetto del pubblico che ho incontrato e soprattutto dei colleghi, di chi questo mestiere lo mastica da un po’. È stato tutto molto gratificante perché ho fatto per la prima volta tutto di testa mia dall’inizio alla fine, come l’idea del cellofan che è piaciuta a tanti e che mi è venuta solamente qualche ora prima dell’esibizione.
È vero che Introverso è nata durante la tua esperienza a The Voice?
Sì, l’ho scritta durante l’ultima settimana. Il motore che ha scatenato tutto è stato il mio senso di inadeguatezza e di disagio che si era radicato in me durante quell’esperienza dove eravamo sempre costretti a metterci in mostra anche quando non sentivamo niente di particolare da dire. Ero diventata schiva, quasi antipatica agli occhi degli altri. In realtà avevo un blocco emotivo che non riuscivo a scavalcare.
Ho visto il video che accompagna il brano e personalmente mi è piaciuto tantissimo. Penso che la mancanza di comunicazione sia il tema portante, com’è nata un’idea così originale?
I miei video si sviluppano sempre su due piani: uno di playback e uno di narrazione. Mentre in quel periodo stavo cercando di racimolare idee per far quadrare il tutto ho conosciuto Antonio Catalano, un artista artigiano di arte povera che aveva appena fatto un’installazione in un palazzo ad Asti con questi “barattoli dei discorsi inutili” che, se vogliamo, rappresentano perfettamente la frase centrale del mio ritornello. Tra noi si sono creati subito una stima e un affetto reciproco tanto che il nostro incontro sembrava proprio essere già scritto.
Il 12 febbraio è uscito il tuo disco “Appena Sveglia”. Credo ci sia un significato dietro a questo titolo, ti va di parlarmene?
Il titolo è nato per caso, dopo una notte insonne, una mattina in cucina con le mie amiche, ancora tutte spettinate dico finisce che lo chiamo “appena sveglia” questo disco. Ed è andata così. Oltre a porre l’accento sul fatto che questo per me è un inizio, “appena sveglia” ha un duplice significato: essere senza troppe costruzioni e sovrastrutture.
Il disco raccoglie brani scritti in periodi molto diversi e distanti ma ho trovato un filo conduttore che non sta tanto nei testi ma nell’arrangiamento. Sei d’accordo?
Sì, assolutamente. Questa cosa è nata un po’ da un’esigenza, i brani non sono nati in previsione di un progetto definito ma semplicemente stavo scrivendo le prime canzoni e stavo cercando di capire se volessi davvero fare questo lavoro. In un progetto è bello trovare una coerenza che dia un senso di unità e quindi abbiamo deciso di trovarla attraverso l’arrangiamento. La nostra scelta è stata quella di lasciare la canzoni il più naturale possibile, è un disco che a livello di pasta del suono è quasi vecchio stampo.
C’è un brano “peculiare” che in qualche modo racconta la tua essenza?
Sono tutti spicchi di me, non ce n’è uno che mi rappresenti più degli altri. Sono legata a tutti per motivi diversi ed è questo il bello.
Cosa ascolta Chiara Dello Iacovo, quali sono i tuoi artisti di riferimento?
Questo disco è stato influenzato sicuramente da De Gregori, da Mannarino, Jovanotti e Max Gazzè.
E se potessi scegliere di collaborare con qualcuno con chi ti piacerebbe farlo?
Senza ombra di dubbio mi piacerebbe tantissimo collaborare con Daniele Silvestri e Niccolò Fabi.
Hai una grande capacità mimica che forse deriva anche dalla tua formazione teatrale. Lavori molto sulla preparazione dei live?
È tutto molto spontaneo, essendo io una persona che si annoia facilmente ho il terrore che possa accadere anche agli altri ed è per questo che a volte cerco di dare uno sviluppo visivo alle cose. Mi diverte tantissimo teatralizzare.
Riagganciandomi ai live ti chiedo, ti vedremo in tour?
Assolutamente sì, sto studiando l’aspetto visivo perché tutto sia perfetto. La data zero sarà ad AOSTA (Prince Discoclub), il 2 aprile a RIMINI (Bradipop), il 7 aprile ad ASTI (Diavolo Rosso), l’8 aprile a LIVORNO (The Cage), il 9 aprile a PARMA (Campus Industry Music), il 15 aprile a RONCADE – TV (New Age), il 16 aprile a PORDENONE (Deposito Concert Hall), il 22 aprile a CASTELFIDARDO – MC (On Stage), il 23 aprile a LUCERA – FG (Palazzo D'Auria Secondo), il 26 aprile a ROMA (Monk) e il 29 aprile a CATANZARO (Ventitrè). Per le altre troverete tutto sul mio sito o sui miei social.
Domanda di prassi: impegni futuri oltre al tour di cui mi hai appena parlato?
Sì, oltre alla lavorazione del secondo album dovrei pubblicare a breve un libro di filastrocche che si chiamerà “Filastorte”, non saranno necessariamente per bambini perché loro a volte sono quelli che hanno meno bisogno della leggerezza di una filastrocca.
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