Intervista a Capolupo: ‘Gioie e Paranoie’ e l’evoluzione del cantautorato italiano

Capolupo

Nel vibrante panorama della musica indipendente italiana, emergono talenti che non temono di esplorare le contraddizioni della vita moderna. Capolupo, cantautore bolognese dalle radici profondamente ancorate nella realtà quotidiana, ci introduce nel suo mondo attraverso il singolo ‘Gioie e Paranoie’. Questa canzone non è solo un brano orecchiabile, ma un viaggio nella complessità dell’esistenza contemporanea.

La musica di Capolupo si distingue per la sua capacità di mescolare sarcasmo e profondità emotiva, un binomio che riflette la complessità dei suoi pensieri. Il suo debutto da solista anticipa il suo album ‘Tra i miei disordini’, un’opera concettuale che promette di esplorare a fondo il suo universo creativo.

Con la sua musica che incarna verità e creatività, Capolupo dimostra di essere una voce imperdibile nel panorama musicale italiano. Preparatevi a lasciarvi trasportare nel suo mondo, fatto di gioie, paranoie e tutto ciò che sta in mezzo.

Intervista

 

Nel singolo ‘Gioie e Paranoie’ traspare un forte messaggio di ricerca di autenticità in una società frenetica. Cosa ti ha spinto a esplorare questo tema e quali sono le tue considerazioni sull’equilibrio tra individualità e conformismo nella cultura contemporanea?
Attingo dalla realtà; mi ha ispirato la frenesia inarrestabile che viviamo tutti i giorni. Un tempo, per un desiderio di riscatto e di affermazione, avrei cantato a squarciagola il bisogno impellente di voler fuggire da quel quotidiano. Può sembrare strano, ma oggi, in età più adulta, ho la consapevolezza che l’equilibrio stia nel mezzo, nel riuscire a far coesistere e conciliare doveri e piaceri.

La tua musica spesso mescola elementi di sarcasmo e profondità emotiva. Come hai bilanciato questi due aspetti nella creazione di ‘Gioie e Paranoie’ e quale ruolo credi che giochi l’ironia nel comunicare messaggi complessi?
L’ironia fa parte del mio carattere ed è un aspetto che mi ha permesso molte volte di dribblare situazioni imbarazzanti. In “Gioie e Paranoie” ho reinterpretato con sarcasmo alcuni luoghi comuni per evidenziare come possano diventare gabbie che non ci consentono di vivere pienamente la nostra essenza. L’ironia resta un’arma preziosa per attrarre e comunicare con apparente leggerezza anche temi molto delicati e complessi; a tal proposito, mi vengono in mente alcuni film di Benigni.

Il videoclip di ‘Gioie e Paranoie’ è stato definito una rappresentazione cinica e ironica della routine alienante. Qual è il messaggio principale che hai voluto trasmettere attraverso questa narrazione visiva e come hai affrontato la sfida di combinare immagini e musica per amplificare il significato della canzone?
Abbiamo voluto evidenziare la ripetitività sconsolante di ogni giorno, accostandola a una figura surreale rappresentata dall’orso, che vive le esperienze con una vitalità tale da suscitare nell’uomo il desiderio di riappropriarsi del suo lato più giocoso. L’orso diventa quindi un simbolo di libertà e spontaneità, in contrasto con la monotonia della vita quotidiana.

 


Come ti sei preparato emotivamente per il tuo debutto da solista con ‘Gioie e Paranoie’? Quali sono state le tue principali fonti di ispirazione durante il processo creativo e cosa ti ha spinto a condividere questa particolare canzone come primo singolo del tuo nuovo percorso artistico?
Bella domanda. Una volta completate le registrazioni, ho riflettuto a lungo sul pubblicare o meno il disco per preservare l’aspetto emotivo. La complessità della vita resta sempre la mia più grande fonte di ispirazione. Per quanto riguarda “Gioie e Paranoie”, la sua ritmica incisiva può farla apparire come una canzone scanzonata, ma in realtà nasconde un profondo malessere esistenziale. Questo connubio tra testo e musica mi è sembrato perfetto per iniziare a svelare il carattere dell’album e per dare un’idea della direzione del mio nuovo percorso artistico.

Con ‘Gioie e Paranoie’ anticipi l’uscita del tuo album ‘Tra i miei disordini’. In che modo questo singolo introduce il tema e lo stile dell’album nel suo complesso e cosa possiamo aspettarci di trovare in termini di evoluzione artistica rispetto ai tuoi lavori precedenti?
“Tra i miei disordini” è un concept album, in cui ogni brano è un pezzo di un mosaico. In ogni canzone racconto parti di me, spesso quelle più torbide e sofferenti, ma che grazie alla musica hanno avuto l’opportunità di fluire, trasformarsi e prendere forma. Da un punto di vista artistico, ho potuto attingere al mio passato, ma anche sperimentare nuove sonorità e colori musicali grazie alla collaborazione con altri co-producer.  

Guardando al tuo passato musicale con gli Estranea e i Milagro, come pensi che queste esperienze abbiano influenzato la tua musica e la tua visione artistica attuale? Quali lezioni hai imparato da questi progetti che hai portato con te nel tuo percorso da solista?
Le esperienze del passato sono state fondamentali. Sono molto fiero di quel vissuto, delle ore trascorse in sala prove con altri compagni di viaggio a condividere musica e ambizioni con entusiasmo. Quelle esperienze mi hanno forgiato artisticamente e mi hanno permesso, col tempo, di sviluppare una mia precisa identità artistica, per poter raccontare in maniera autentica la mia storia

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