A tre anni dal precedente lavoro, Paolo Cattaneo ritorna sulla scena con un nuovo album intitolato "Una Piccola Tregua" per l’etichetta Lavorarestanca. Con queste dodici nuove tracce l’artista bresciano sfoggia tutte le sue capacità artistiche, per le quali è apprezzato da tutto il circuito indipendente. Tutti i brani sono stati composti da lui personalmente, avvalendosi della collaborazione di personalità di altissimo livello come Lele Battista, Ettore Giuradei, Giovanni Peli e Stefano Diana.
Con questo lavoro il cantautore si estranea dal mondo urbano per cercare un piccolo angolo personale, dove esprimersi ed interrogarsi, un posto dove ricercare se stessi e guarire dai traumi della vita. Questa alienazione metafisica non la si percepisce solo nelle intimissime parole che compongono le diverse canzoni (come in ‘’Se fossi un uomo’’, dove si riesce ad entrare completamente nella visione dell’artista) ma anche nelle diverse basi synth-pop che aiutano l’ascoltatore a calarsi completamente nell’atmosfera dell’album (ben riuscito in questo senso "Trasparente", primo singolo estratto dall’album con echi tribali). Verso il finale i brani tendono un po’ troppo a confondersi l’uno con l’altro e la dolcissima voce di Cattaneo, che nelle prime tracce sembra un elemento di grande artisticità, al termine dell’album risulta troppo ripetitiva: un elemento di originalità sfruttato fino allo sfinimento, tanto da renderlo infine spento e poco rassicurante.
Nel complesso con "Un piccola tregua" Paolo Cattaneo riconferma la proprie doti artistiche, nonostante quest’ultimo suo lavoro in studio, pur essendo curato nei dettagli, non raggiunga la stanghetta di riferimento posta dai suoi lavori precedenti.
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