Il 20 gennaio è uscito "Eredi", il nuovo album della band toscana RHumornero, accompagnato dal singolo Maschere. Tra una data e l'altro del loro tour hanno accettato di rispondere alle nostre domande.
I RHumornero nascono nel 2005, vi sentite gli stessi dell’inizio? Che cosa è cambiato?
È cambiato molto, dieci anni hanno segnato molte cose. In primis la line-up con Luca Guidi alla batteria (2011) e Lorenzo Carpita al basso (2012), poi siamo diventati padri, siamo cresciuti, abbiamo esigenze diverse, meno paranoie e zero aspettative. La cosa che non è cambiata è la voglia di scrivere e suonare.
Qual è il significato del vostro nome?
Il nome è partito dall'idea di "umorismo nero" o "black humor" che si intravede nelle tematiche dei nostri testi, poi è stata introdotta la "R" diventando "Rumore nero" poi l"H". RH sta a significare il sangue che l'artista versa nel proprio lavoro, doveva arrivare un messaggio viscerale poetico con più significati e alla fine RHUMORNERO ci è piaciuto.
“Eredi” è il vostro nuovo disco. Cosa ci potete raccontare del processo creativo e quali sono le tematiche che hanno ispirato questo album?
La nostra generazione si è trovata a ereditare un sistema sociale che ha dimostrato il suo fallimento, siamo intrappolati in un sistema economico che va contro alle nostre stesse vite, ereditiamo tonnellate di armi che prima o poi qualcuno vorrà utilizzare, ereditiamo montagne di spazzatura dove un giorno ci costruiranno sopra scuole o centri commerciali. Crediamo che la nostra generazione abbia sviluppato più di ogni altra cosa il concetto che il "futuro" sia qualcosa di molto vicino, pensare con rispetto e responsabilità a chi verrà dopo di noi, partendo dal nostro piccolo quotidiano, è un pensiero fondamentale e rivoluzionario. Lo stesso che avremmo voluto per noi.
Litigate mai tra di voi nella sfida alla ricerca del brano più particolare o più curioso?
Capita di discutere su scelte o direzioni artistiche ma generalmente c'è un ottimo clima e andiamo d'accordo. Tra di noi c'è un grande rispetto, le uniche discussioni che ci vengono in mente sono su come caricare gli strumenti sul furgone o se mangiare la rustichella o le penne al pomodoro in autogrill (entrambe devastanti).
State suonando molto. Qual è la cosa migliore dell’essere in tour?
Viaggiare e incontrare persone nuove porta tanta vitalità, il movimento è uno dei principali motori creativi che si innescano quando sei sempre in giro, torni a casa arricchito di tante cose nuove pronte per essere tradotte in musica e trasportate nel quotidiano.
C’è qualche musicista o band italiana che amate particolarmente?
Per Carlo Franco Battiato e i C.S.I. sono un pilastro per la sua formazione, Lorenzo è molto legato ai King Crimson e ai Beatles, Ettore ai Beatles e Battiato, Luca ai Death Cab For Cutie e Dave Matthews Band.
Solo per citarne un paio a testa…
Qual è il vostro sogno nel cassetto per il futuro?
Una collaborazione con Franco Battiato.
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