“Una canzone per denunciare la dipendenza dai social”. Intervista a Giuliano Crupi

Giuliano Crupi

È da poco uscito Impronte, il nuovo singolo di Giuliano Crupi, che fa da apripista ad un altro progetto discografico di prossima uscita.

 

"Impronte" è il tuo nuovo singolo che ha un concetto molto profondo: qual è la chiave di lettura?
Paradossalmente, in un mondo con milioni di possibilità di immediata comunicazione, comunichiamo sempre di meno perché la comunicazione social toglie la possibilità di guardarsi negli occhi, di toccarsi, di percepire le emozioni del contatto. Attraverso varie metafore, Impronte vuole “denunciare” la dipendenza  dai social. A volte siamo nella stessa stanza con altre persone  ma siamo isolati. Questo ci fa perdere tantissime cose, appunto tantissime Impronte importanti. Se non lasciamo qualche segno positivo, potente, intenso nelle vite degli altri, non abbiamo mai vissuto realmente. Poi per me è stato sempre  difficile spiegare una mia canzone, soprattutto perché scrivo in modo libero, partendo da un momento di fortissima ispirazione per poi fluire nelle stanze della percezione e vivere un viaggio di estraniamento totale, come accade la maggior parte delle volte che scrivo.


Che messaggio vuoi dare con questa canzone?
Vorrei dare uno spunto di riflessione alle persone perché, in fondo, tutti sanno che c’è un disagio sociale ma è difficile focalizzarne i motivi. Le stelle sono mie ma possono essere anche tue  se guardi al di là del tramonto e se sai coltivare il talento per il bello.


Com’è nata l’idea del videoclip?
Volevo evidenziare il malessere che porta l’uso spropositato dei cellulari e dei social e volevo si percepisse quanto è importante essere presenti, ascoltarci, percepirci, aggregarci. Interfacciandomi con il regista Daniele Barbiero, gli ho semplicemente fatto presente questa mia necessità e lui è stato bravissimo a tradurre tutto in una storia, anzi in 3 storie, parallele. Il videoclip mi ha emozionato dal primo istante e sono pienamente soddisfatto di come renda merito al brano.

 


 

 

Stai lavorando ad un nuovo album?
Questo è un progetto in divenire. Ho deciso di “ribaltare” le regole del gioco facendo uscire singolo per singolo da raccogliere alla fine in un album e non viceversa.


Com’è nata invece la tua passione per la musica e quali sono le tue influenze artistiche?
La mia passione per la musica si è sviluppata dall’infanzia con mio padre che suonava la chitarra e si nutriva di musica classica e jazz e mia madre che suonava il pianoforte ed era molto più attaccata alla tradizione cantautorale  quindi sono nato e cresciuto nella musica. E proprio la fusione tra le due correnti di pensiero dei miei ha fatto sì che mi avvicinassi a molti generi musicali senza mai volermi ancorare all’uno piuttosto che all’altro. Non mi piace etichettare la musica e quindi non etichetto neanche la mia.


Un sogno nel cassetto?
Sogno di girare il mondo con la mia musica ma in generale sogno che la mia musica arrivi a tante persone, emozioni tante persone, aiuti tante persone, anche se ogni singola anima che si sofferma ad ascoltare, ha per me un valore inestimabile.

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