E’ una Levante in superba forma, quella che incendia il palco di Radio Onda d’urto, lo storico festival di autofinanziamento nato nel lontano 1985 che accade ogni estate in via Serenissima a Brescia. Una donna fiera e indomabile che per due ore si spolmona e danza appassionatamente, dando il ritmo, creando coreografie, incitando la folla consistente del piazzale. Un’artista che era partita in punta di piedi, con uno dei tormentoni più incisivi degli ultimi dieci anni (quell’ “Alfonso” che tutti, abbiate il coraggio di ammettere, avrete canticchiato almeno una volta durante il ritornello), e che approderà dal prossimo settembre alla giura di X factor in veste di giurata insieme a Mara Maionchi, Manuel Agnelli e Fedez.
Una Levante, all’anagrafe Claudia Lagona, che nella promozione del nuovo disco (“Nel caos di stanze stupefacenti”, Carosello Records, uscito lo scorso 7 Aprile), lascia scivolare le vecchie gemme indimenticate dal grande pubblico e riscoperte dai nuovi fan (“La scatola blu” su tutte, un inno all’intimità più viscerale concepibile). Attimi che si susseguono come in una lanterna magica, proiettati nel cuore di chi intona “Duri come me”, “Cuori d’artificio”, o riversati come onde irrefrenabili sullo scalpitio di chi zompetta furiosamente sulle note di “Non me ne frega niente” o della straordinaria “Gesù Cristo sono io”. Le sorprese spettano al lato più ribelle e sperimentale della nostra cantautrice: la sua versione spoglia di microfoni e ricca di voce corale di “Abbi cura di te” regala uno dei momenti più emozionanti della serata. Ci si rende conto che Levante ormai ha iniziato a fare rima con gioia di vivere, talento meravigliosamente ammattito, presenza scenica indocile e miracolosamente femminile. Qualcuno che ha bevuto troppo le grida in più di un’occasione “Sei bellissima”, come se questa fosse la prima qualità a legittimare la sua presenza sul grande palco. La contro risposta, come ago della bilancia agognato, arriva da un altro coro che serpeggia dalle transenne: “Sei molto più brava che bella”. Un’affermazione talmente poetica che siamo sicuri Levante saprà interiorizzare con il dovuto metabolismo. Dopo tanto rock, laddove anche l’elettronica è ridimensionata dai grandi riff di chitarra e i colpi riottosi dei tamburi, ci si chiede molto incuriositi in quale altra dimensione saprà portare la pupilla di Max Gazzé nel prossimo disco e nel prossimo tour. Attendiamo fiduciosi mentre commossi e sazi ci dondoliamo nel caos primordiale di una donne che più ricorderemo di questa decade musicale.
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