Florence Welch (frontwoman della band Florence and the Machine) si è sempre distinta nel panorama musicale per essere un'artista senza compromessi: completamente immersa nel suo mondo, circondata da arte, musica e tante tante speranze. Questo mondo intimo e personalissimo lo ritroviamo anche in “High as hope” (Virgin EMI Records), il nuovo album dei Florence and the Machine, disponibile dal 29 Giugno 2018.
Inizialmente l'album si sarebbe dovuto chiamare “The end of love”, ma l'artista in seconda battuta ha deciso di cambiare il titolo con quello che vediamo oggi (lasciandosi ispirare da una poesia scritta tempo addietro e contenuta nel libro “Useless magic”, pubblicato da Florence stessa poco dopo questo lavoro), con l'intento di trasmettere una maggior positività agli ascoltatori e di staccarsi dalla tragicità del precedente album “How big, how blue, how beautiful”. “High as hope” è la narrazione delle vicende che hanno segnato la vita di Florence Welch, come testimonianza di una possibile redenzione, proveniente da un'entità superiore o anche da se stessi.
La sensibilità della cantante trova conferma sin dalla prima traccia dell'album “June”. Questa canzone è stata scritta durante il tour per sponsorizzare il precedente disco e fin dai primissimi versi immerge l'ascoltatore nel mondo itinerante e caotico di Florence (“The show was ending and I had started to crack/ Woke up in Chicago and the sky turned black”). Così ci si ritrova a fronteggiare un mondo forse mai richiesto dall'artista, che viene messo in contrapposizione con la spensieratezza della sua gioventù, magistralmente dipinta in “South London forever”. Dietro a un volto sempre sorridente nelle interviste, si nasconde una personalità in conflitto. Si vengono a creare così tracce dal retrogusto dolceamaro, come “Sky full of song” che esprime la difficoltà di presentare al pubblico canzoni che nascondono i dolori e i sentimenti più intimi dell'artista.
Canzone dopo canzone Florence mostra al pubblico lati di se stessa estremamente personali, definiti da disagi familiari e impossibilità di amare. Tracce come “Hunger” o “Big god” (entrambe cercano di risolvere un vuoto lacerante che opprime l'artista), o “Grace” (nella quale Florence chiede perdono ai propri cari per le mancanze dei suoi ultimi anni), sono preziosi gioielli che elevano una semplice cantante ad un'artista da difendere nel mercato musicale.
Come molti critici hanno evidenziato, le sonorità di questo nuovo album non si distaccano molto da quelle già presentate in passato ma in una band come i Florence and the Machine non si ricerca l'originalità sonora, quanto la capacità di esprimere messaggi rilevanti per i propri ascoltatori: con “High as hope” la band inglese è riuscita nell'intento, esponendo situazioni e riflessioni al limite del filosofico. Con questo lavoro i Florence and the Machine si riconfermano una benedizione per il panorama musicale mondiale, essendo capaci di toccare gli ascoltatori nell'intimo della propria sensibilità anche con un solo brano.
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