Nell'epoca dello streaming sono sempre di più gli artisti che non necessitano dei passaggi alle radio per raggiungere il successo, permettendo loro così di sperimentare maggiormente nei sound e nei testi delle loro canzoni. Billie Eilish si colloca proprio a cavallo di quest'onda, diventando il simbolo per eccellenza di questa nuova tendenza.
Il mondo la conosce per la prima volta nel 2016, quando rilascia il primo singolo della sua carriera (“Ocean eyes”), scritto insieme al fratello Finneas, quando avevano rispettivamente quindici e diciannove anni. A “Ocean eyes” seguono numerose altre canzoni che diventano virali sui social come “Copycat” o “Bellyache”, entrambe contenute nell'ep “Don't smile at me”, co-prodotto dai due fratelli.
È però con il brano “Bury a friend” che inizia il percorso di scrittura di “WHEN WE ALL FALL ASLEEP, WHERE DO WE GO?”: la canzone viene scritta dalla prospettiva del mostro sotto il letto di Billie Eilish, raccogliendo in poche righe tutti i terrori dell'artista. La cantante racconta in questo modo come la canzone ha portato all'idea generale dell'album: “Quando abbiamo scritto “Bury a friend” tutto l'album mi è apparso in testa: immediatamente sapevo quello di cui avrebbe trattato, come sarebbero stati i visuals e tutto quello che riguarda come sarebbe stato recepito. Confesso che sono io questo mostro, perché io sono il mio peggior nemico. E potrei essere anche il mostro sotto il vostro di letto”. Così il 29 Marzo 2019 viene rilasciato al pubblico “WHEN WE ALL FALL ASLEEP, WHERE DO WE GO?” per Darkroom e Interscope Records.
Con questo album Billie Eilish ci fa fare un viaggio negli antri più oscuri della sua mente, dove paura della morte, paralisi notturne, istinti suicidi e sostanze nocive sono una presenza costante. A farci entrare in questo mood ansiogeno e terrificante sono i bassi pesanti in sottofondo nelle tracce, che fanno vibrare gli auricolari e le voci distorte che sembrano chiamare la cantante da un altro mondo. È tutto in perfetto contrasto con il timbro leggero, timido e pulito di Billie Eilish, che ci ricorda l'innocenza e la giovinezza che contraddistinguono i suoi attuali diciassette anni d'età.
L'album si apre con un breve intro parlato, intitolato “!!!!”, come se l'artista volesse avvertirci riguardo i rischi che potremmo incontrare ascoltando le canzoni successive. La prima vera traccia è “Bad guy”, nella quale la cantante mette in guardia un possibile fidanzato della sua pericolosità (“A mia mamma piace cantare le canzoni con me/ ma non canterà questa canzone/ Se leggesse il testo / proverebbe pietà per l'uomo che conosco”). Molte sono le tracce che mostrano il lato mostruoso e vendicativo di Billie Eilish, come il singolo “You should see me in a crown” o “All the good girls go to hell”, ma sono le altrettante canzoni più semplici ed emotive che spiccano. Non si può non citare in questo caso l'ironica “Wish you were gay”, o la triste ballad “When the party is over”. Billie Eilish sfiora solo leggermente con la voce il microfono, come se si stesse abbandonando ad un pianto sommesso senza volersi far sentire da nessun altro. In realtà ciò di cui ha da parlare Billie è molto, troppo se si pensa che tutto questo viene dalla penna di una ragazza non ancora maggiorenne.
Ogni canzone descrive una Billie diversa, inventata, un altro spaventoso mostro che si nasconde nella sua mente. Così in “Listen before you go” troviamo una ragazzina tormentata, sulla soglia del suicidio, che saluta per l'ultima volta i suoi amici, mentre in “My strange addiction”, il mostro è rappresentato da un amore tossico, che nonostante questo non riesce a lasciare la mente della cantante.
“WHEN WE ALL FALL ASLEEP, WHERE DO WE GO?” è il perfetto album di debutto per una giovane cantante dalla quale già ci si aspettava molto. È uno di quegli album che non termina con l'ultima traccia, perché fa riflettere, mette in dubbio le certezze dell'ascoltatore e lo costringe a navigare negli antri della propria mente con l'artista. Billie Eilish è davvero il mostro sotto il nostro letto.
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