Il poeta e saggista Sandro Montalto scrisse che l’incomprensione di molti è data dalla loro stessa incomprensibilità, citazione che calza perfettamente all’album degli Armaud. Disco d’esordio del trio nato dal progetto solista di Paola Fecarotta, “How to Erase a Plot” è, infatti, un viaggio che rimane sospeso a metà. Rischia di evaporare una volta concluso l’ascolto, mettendo in mostra melodie troppo sfumate, eteree al punto da scappare via senza nemmeno mostrare il talento che, in diversi momenti dell’album, emerge con brio e personalità vincenti. Ne sono un esempio “Patterns”, con la sua chiusa sconfinata e poi tranciata di colpo, la tesa “Common Prayer”, che mette in gioco i fiati e le percussioni, la struggente “BK”, intimista e avvolgente. Non bastano, però, a controbilanciare le tracce rimanenti, troppo esasperate dal tentativo auto celebrativo di ripiegarsi su se stesse, in accordi che si ripetono e mancano di incisività. Un album che appare fioco, bozzato, che sembra nascondere perle ancora inespresse.
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