Ho fatto un sogno: ad un tratto, tutte le odiose feste kitch che nella notte del 31 ottobre da anni imperversano per il paese che ha la forma di una scarpa erano scomparse. C’erano solo stanze oscure, dove si ascoltava musica di qualità per una notte intera e tutti erano vestiti di nero. Ecco, nella mia festa di Halloween ideale le composizioni del Demiurgo, alias Paolo Di Pierdomenico, ci starebbero tutti, e l’ottimo album Holographic Ghost Stories suonerebbe dall’inizio alla fine! Quando mi sveglio, però, mi accorgo che le feste piene di brutta musica si faranno, e mi dovrò accontentare del nuovo singolo dell’artista abruzzese, uscito proprio oggi 31 ottobre, dal titolo Spiral Into Darkness. Non è certo poca cosa!
Nella cultura filosofica, in riferimento a Platone, il Demiurgo è artefice divino, creatore del mondo e delle idee. Termine pregno di significato, identifica il passaggio dall’ideale al reale, e può quindi riferirsi perfettamente alla creazione artistica di questo artista, che svolge anche la professione di informatico. Se consultiamo il suo website scopriamo che scrive storie horror (ha ottenuto anche vari riconoscimenti via web), ama il fantasy e la fantascienza, ma soprattutto ha fondato, assieme all’amico Luca Galli, il Demiurgo Electronic Music Project molto tempo fa.
“La nostra filosofia era di comporre musica progressiva, ovvero non banale sia dal punto di vista della struttura armonica sia dal punto di vista del tempo. L’ispirazione veniva dal medieval-fantasy, dall’horror e dalla fantascienza” scrive Paolo di Pierdomenico a proposito degli esordi. Insomma, un progetto di arte totale, volto a far coincidere forma e contenuto.
L’album Holographic Ghost Stories si poneva come viaggio cyberpunk, colossale tributo a tutta la musica elettronica, nel quale Glass, Vangelis, Mike Oldfield e tanta musica da film si univa all’elettronica contemporanea (Aphex Twin, Chemical Brothers, Royksopp, Trentmoller su tutti). Spiral Into Darkness è, invece, qualcosa di diverso: c’è musica da film (Goblin, Badalamenti), c’è elettronica, musica classica, new wave…ma andiamo con ordine. All’inizio di questa splendida composizione, di oltre sei minuti, ascoltiamo un pianoforte in tonalità minore, con i sottofondo un vortice elettronico. Le armonie sono sinistre ed inquietanti, ma il pianoforte cede il passo a dei synth molto anni 80, sostenuti da un bellissimo tappeto elettronico. Quindi è la volta dell’organo, e l’influenza dalla musica da film risulta sempre bene evidente. In un circolo perfetto torna nel finale lo splendido piano iniziale. Come sempre la cura del dettaglio è maniacale, perfetto è l’affresco di suoni inquietanti e percussioni elettroniche.
Demiurgo, con questo singolo, fa centro un’altra volta. Se per ogni festa ci fosse una sua canzone non solo queste sarebbero più belle, ma tutti coloro che si dedicano all’elettronica avrebbero una strada da seguire.
Link per lo streaming:
Spotify: https://open.spotify.com/track/1HOtqyIy7hd8ERmrOrufhD
You must be logged in to post a comment Login