Due fratelli, Emmanuele e Tommaso, e Lorenzo sono i Medivh, formazione dark electro. Costoro si destreggiano nel creare impressioni electro nel loro home studio nella campagna della Toscana. Tra le loro influenze musicali ci sono i Depeche Mode e Mogwai, insomma quelle sonorità tra post-rock, electro pop e synth pop che dal Regno Unito tanta storia hanno fatto contagiando il mondo intero.
“Where’s the place I saw in my dreams?”, loro ep diviso in due parti, è la loro prima opera che ho ascoltato. Subito spiccano i refrain ipnotici dell’opener “Wind” in una cornice tanto evocativa. Nella canzone non mancano striature più ruggenti. “Hiatus” crea climax poderosi e progressivi: il tutto nel complesso di questa canzone sembra essere stato congegnato per portare l’ascoltatore ad una sorta di estasi mentale. Se ci fosse un genere electro progressive sarebbe quello dove incasellare questa canzone. “Maelstrom” è stupendamente cinematografica e sci-fi ed alcune sequenze sono davvero inquietanti. Pure qui un climax portentoso. Queste 3 canzoni formano la prima parte dell’ep.
Nella seconda parte troviamo innanzitutto “Symmetry” con questo beat effettato/”atmosferico” e linea di basso di sottofondo. I refrain sempre tanto magnetici. Poi arriva una parte apocalittica della canzone per la sua grande potenza sonora. “Fall” pure tanto cinematografica, alla Hans Zimmer. Verso la fine altra “scarica” sonora incontenibile. “Wormhole” conclude questa seconda parte di “Where’s the place I saw in my dreams?” e siamo in una dimensione electro onirica e surreale sempre tanto vigorosa con il left and right usato tanto bene e tanto atmosferico.
Con “Underwater” abbiamo un singolo granitico, difficili da scalfire alcuni synth/muri sonori che bene si amalgamano con un cantato tanto caldo. Stupendi alcuni stacchi che interrompono l’incedere della canzone.
Ecco che arriviamo al singolo attuale “Rebirth” dove il granitico di “Underwater” si sublima e crea un sound statuario, i marmi di Carrara dell’elettronica per intenderci. Le chitarre sferzanti completano il pacchetto e ci fanno capire che il sound di Medivh oramai è maturo, di livello internazionale, da proporre negli States come nel vecchio mondo, in club come su palchi davanti a folle sterminate.
La parabola dei Medivh seppur ancora breve ed appena germogliata si tinge di colori scuri e sapori ancestrali. Se qualcuno ancora si domanda quale sia il futuro del rock la risposta la sanno i Medivh con il loro post rock/electro pop tanto fiammante e statuario. Al cinema abbiamo visto il nuovo “Dune” di Denis Villeneuve con il nuovo Paul Atreides (Timothée Chalamet) in viaggio in un mondo sconosciuto ad affrontare tanti nemici inquietanti. Ebbene la musica dei Medivh, tra le altre cose, la vediamo tanto adatta come colonna sonora di Dune 2021 come pure di altri film di fantascienza tanto onirici/mentali.
Ascolta “Rebirth” su Spotify: https://open.spotify.com/album/6sYkGYLie8ZV6hS3nSz23X
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