“sono impressioni quelle che vorremo trasmettere” – Intervista a Medivh

I Medivh sono una formazione dark electro. Costoro si destreggiano nel creare impressioni electro nel loro home studio nella campagna della Toscana.

Ascolta il loro singolo “Rebirth” su Spotify: https://open.spotify.com/album/6sYkGYLie8ZV6hS3nSz23X

Abbiamo intervistato la band…

Benvenuti. Presentatevi e parlateci del vostro progetto musicale.

Ciao! Il progetto é formato da Lorenzo ( drum acustiche e elettroniche), Tommaso ( basso e alcuni synth e samples), Emmanuele ( voce, chitarre, synth, nonché ideatore del progetto). È un post – progessive, se ci passate il termine, con influenze Elettroniche, Industrial e Synth Pop moderno. Con una tendenza dark nella maggior parte dei casi. Beat elettronici si fondono con batterie acustiche, synth distorti con tappeti più ariosi, e ci sono chitarre e voci modulate, alcune molto lavorate, altre più pulite.

Cosa succede di solito nel vostro Home studio? Provate a descriverlo…

Abbiamo due momenti nella preparazione dei brani: il primo parte da una scintilla di Emmanuele per lo più, che manda agli altri un progetto con un idea fatta di chitarra e synth, a volte già anche voce, e piano piano iniziamo a aggiungerci tracce e passarcelo a vicenda. Quando siamo ad un momento del brano dove é abbastanza sviluppato, andiamo in sala tutti insieme e smussiamo gli angoli, lo suoniamo, lo registriamo meglio, ci confrontiamo anche uscendo ognuno dai propri ” compiti principali”. Questo é il metodo che abbiamo usato il più delle volte. Non l’unico.

Avete pubblicato il nuovo singolo “Rebirth”. Di cosa parla il testo? Quali sono le differenze con le vostre precedenti? Quale il filo conduttore?

“Rebirth” nasce da un incontro fugace ma intenso con una ragazza. In una realtà che ci mette sempre alla prova dobbiamo avere la forza di rinascere ogni giorno. Dimenticare le angosce e i fallimenti di ieri, per avere il coraggio e la determinazione di vivere oggi. Abbiamo conosciuto una ragazza in questi mesi e abbiamo ascoltato la sua storia. Un incontro fugace, ma intenso abbastanza da lasciare qualcosa di indelebile dentro di noi. Marie Jane è lei. Una sopravvissuta. Forte e fragile allo stesso tempo: nonostante la giovane età ha già sperimentato la caducità dell’esistenza terrena. Ma quello che ha passato l’ha forgiata. L’ha resa capace di risorgere dalle proprie ceneri. Non sa ancora quello che vuole, ma è certa che qualsiasi traguardo da raggiungere le richiederà perseveranza e coraggio. Ogni notte muore. Ogni giorno rinasce per combattere e sentirsi viva. Marie Jane è magnetica, una forza della natura. Lei si nutre di energia, crea e distrugge. Marie Jane è una Dea e noi non possiamo che ammirarla e goderci il suo passaggio nelle nostre vite.

Quale è la vostra massima ambizione come artisti?

Non ci piace molto la parola “Artisti” riferita a noi stessi, e sinceramente forse anche in generale, ma tant’é… la nostra ambizione é continuare a fare la musica che ci piace, come piace a noi, senza influenze esterne, e riuscire a raggiungere il maggior numero di persone nel mondo che da questa musica possono essere toccate, veramente, nel profondo.

Quale messaggio o messaggi volete trasmettere con la vostra musica?

Più che un messaggio, o messaggi, sono impressioni quelle che vorremo trasmettere. Toccare corde giuste nell’intimo di chi ascolta e rendere l’ascolto dei brani un momento emozionante. Niente politica o sociologia nei nostri brani. Solo emozioni. Certo a volte uno si incazza per motivi che derivano dal mondo pratico delle cose, ma lo scopo non é fare protesta, o appoggiare qualcosa o qualcuno. Deve essere catartica. O perlomeno, così é come la intendiamo noi.

Come valutate la situazione musicale indipendente in Italia? E la scena electro?

La situazione indipendente, quale? La falsa indie, che ormai é diventata più mainstream del mainstream? O il sottobosco musicale veramente indipendente, dove se cerchiamo troviamo delle perle in attesa di essere pescate, che hanno una vera propria personalità? Sai, il problema non é il mainstream in sé, arrivare a tanti é bello. Ma é quello che fa: omologa. omologa i suoni, annienta le personalità dei progetti, li riduce tutti a quelle 2/3 che si vendono meglio. Pensiamo che possa esistere un modo di fare musica per grandi numeri che mantenga le differenze di voci, personalità, suoni, testi. Ma che sia una via più complicata, e che in pochi la vogliono battere. Stesso discorso per l ‘ elettronica : il talento e le idee ci sono, vanno sviluppate mantenendole, appunto, indipendenti.

Studio, talento e tecnica. Come si devono intrecciare in una band secondo voi?

Studio talento e tecnica. Allenarsi, essere talentuosi e avere le skills, è un modo di pensare alla musica più come ad uno sport. Riteniamo che quello che più serve siano Necessità, Passione e qualcosa da dire. Se hai queste, poi é logico che passerai il tuo tempo ad esercitarti, migliorerai, e ascolterai tanta musica, e avrai idee.

Qualche nuovo progetto in cantiere?

Stiamo adesso costruendo il Live da portare un po’ in giro. Più in là, probabilmente, un altro album.

Lasciateci con un vostro motto….

Motto… Non ne abbiamo. Diciamo che essere presenti a sé stessi è sempre una buona cosa. Quindi, si: siate voi stessi, sempre.

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