Abbiamo avuto modo di ascoltare “Afrodisiaco”, il nuovo album della cantautrice Helen Aria e siamo rimasti molto colpiti dall’intero progetto. “Afrodisiaco” è un album ispirato agli anni ‘70. La presenza del violoncello è il fil rouge che, giocando con sonorità sperimentali, unisce i 14 brani muovendosi tra atmosfere sognanti e ritmi incalzanti.
Abbiamo raggiunto l’artista per saperne di più…
In quanto cantautrice, chi o cosa oggi ti offre l’ispirazione per scrivere i tuoi brani?
Adoro trarre ispirazione da diverse discipline artistiche come dal teatro (Diamanti di Cuoio), dal cinema (Grandma’s Reading Glass), dalla pittura (Afrodisiaco), ma prendo spunto anche dai suoni della natura e dai rumori, come il fruscio del vento fra gli alberi o il rombo del motore della macchina. Mi piace creare cercando di giocare con i suoni dei vari strumenti sperimentando con degli effetti oppure suonandoli in maniera non convenzionale.
Parlaci di “Afrodiasiaco”, il tuo ultimo disco. Sotto che spinta è nato?
Questo album è stato un po’ il riassunto dell’ultimo anno della mia vita, la mia esperienza universitaria mi ha dato molti spunti per scrivere i testi ispirandomi appunto al cinema, al teatro e alle avanguardie artistiche del primo Novecento, inoltre i periodi di isolamento causati dal Covid-19 mi hanno spinta a ricercare nelle sonorità dei brani un legame con la natura in cui purtroppo per parecchio tempo non mi sono più potuta immergere.
Immagina una collaborazione con un artista della scena musicale contemporanea.
Un mio grande sogno sarebbe fare una collaborazione con Beck.
Se fossi uno strumento musicale, quale vorresti essere?
In un certo senso tutti lo siamo già. La nostra voce è uno strumento musicale meraviglioso e penso sia quello con il quale riesco meglio ad esprimermi in ambito musicale.
Hai in previsione di far uscire un altro singolo o un disco nel prossimo futuro?
Sto già lavorando a nuovi brani, ho già trovato qualche intuizione, ma è ancora tutto in uno stato embrionale. Presto mi metterò all’opera per cercare di dare loro una forma finita.
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