Puoi anche nascere nella bella Cremona. Ma se hai il cuore che punta verso N e ti chiami Ale Anguissola, la lettera non indica il Nord: il riferimento è Napoli.
Musicalmente parlando la città partenopea è il fulcro della tradizione canora più autoctona e autentica miniera d’oro di note tra folclore e musica colta d’Italia. Al contempo è anche simbolo della world music, crogiolo di contaminazioni sin dalla sua fondazione.
Nella biografia di Ale Anguissola il capoluogo campano era già scritto nel destino, perché nel giorno in cui prese in mano il suo primo strumento era già iniziato il richiamo magnetico di tutti questi elementi. Anni dopo l’incontro che gli avrebbe cambiato la vita, non poteva che compiersi all’ombra del Vesuvio.
Una domanda posta così quasi per caso al fornitore musicale di fiducia nella storica via dei musicisti di Napoli porta Ale Anguissola a incrociare il suo destino con quello di Gigi De Rienzo. Per due persone nate entrambe in due città a fortissima vocazione musicale, l’appuntamento non poteva che svolgersi al Teatro San Carlo. La moderna scuola napoletana evolutasi dall’incontro con il blues di Gigi De Rienzo (Napoli Centrale, Pino Daniele, i fratelli Bennato, Enzo Avitabile, Teresa De Sio), e la naturale vocazione musicale di un cremonese come Ale Anguissola: l’effetto calamita ha fatto il resto.
Così il celebre bassista e produttore partenopeo su Anguissola:
«Le canzoni di Ale Anguissola sono figlie di mondi diversi. Da una parte la tradizione alta della canzone d’autore italiana, dall’altra l’incontro con le musiche del mondo, un insieme che continuamente si ricombina e si ricolora. Il lavoro dei bravissimi musicisti che hanno partecipato al singolo “In punta di piedi” ha teso a far affiorare tutto questo, con cura, ma anche con la leggerezza necessaria a farne un disco godibile dalla prima all’ultima nota. Perfettamente a suo agio in questo tessuto, Ale racconta di posti, di persone, di desideri, sempre con un mezzo sorriso e non riesci a capire mai del tutto se sia meraviglia o disincanto».
Dal giorno del loro appuntamento sono passati cinque anni. E oggi la collaborazione ci offre l’opportunità di ascoltare In Punta di Piedi, il nuovo singolo di Ale Anguissola. Un omaggio a Napoli, la città della mescolanza e dell’arte dell’incontro, come quello scritto nel destino del cremonese Anguissola e del partenopeo De Rienzo.
Il Singolo
Può sembrare stonata una dedica intitolata In Punta di Piedi se il soggetto è Napoli. Città eclatante dai toni forti, senza mezze misure, il cui vociare dei vicoli e la tempra sanguigna degli abitanti fa pensare tutto meno che a un andamento in punta di piedi.
Eppure la scelta del titolo del nuovo singolo di Ale Anguissola – cremonese D.O.C. dall’animo partenopeo – tradisce un rispetto ossequioso e quasi devozionale per questa città. Un omaggio con riverenza sin dal titolo, laddove vivere in punta di piedi è anche una filosofia di vita sinonimo di libertà, leggerezza.
L’omaggio alla città della musica per eccellenza, frutto anche della collaborazione con lo storico bassista/produttore Gigi De Rienzo – che qui gioca in casa – estende il suo abbraccio ad altri punti di riferimento imprescindibili per Ale Anguissola. I due Lucio (Battisti e Dalla), lo stesso Pino Daniele, ma anche Earth Wind & Fire, Stevie Wonder, Jobim, Caetano Veloso e tutto il tropicalismo. Del resto se è vero che Napoli è sinonimo di world music, la sensibilità musicale di Anguissola va nella stessa direzione.
L’atmosfera blues, il sound jazzato che guarda alla fusion Steely Dan, quel mondo affine a Pino Daniele, ma senza lo slang napoletano: ecco i sapori di In Punta di Piedi. Una canzone omaggio alla world music e alla buona musica, oltre che una dedica alla magica città partenopea.
Le parole di Ale Anguissola, versi di riflessione sulla vita sottesa tra ambizioni e sopravvivenza quotidiana, viaggiano in equilibrio su arrangiamenti di fiati d’alta scuola, e sulla sezione ritmica che fu tra l’altro colonna portante di un disco storico come Nero a Metà di Pino Daniele (il vero convitato di pietra del brano) grazie alla presenza di Gigi De Rienzo al basso e Agostino Marangolo alla batteria.
Il Videoclip
‘Un giorno ti vedi davanti allo specchio e non sei come vuoi’. Sensazione sgradevole, molto più comune di quanto non si voglia ammettere. Il verso d’apertura di In Punta di Piedi si riflette perfettamente – è il caso di dire – nella storia a cartoon del videoclip per la regia di Alessandro Freschi. Il nostro protagonista guida un taxi, e questa è l’immagine di se stesso che vede riflessa nello specchietto retrovisore da dove guarda anche i tantissimi clienti che si susseguono, diversi ma simili nell’assenza di contatto umano che incarnano. Il nostro è un uomo assonnato che rammenta un personaggio tratto dai fumetti di Andrea Pazienza per il disegno, e il Robert De Niro di Taxi Driver per l’anima persa. Il mezzo di trasporto si muove con il suo color giallo vivo tra le vie grigie della città, come a cercar la rotta in una vita senza più destinazione. E solo nei momenti più lirici del brano il nostro protagonista si stacca dalla realtà fluttuando in un vortice alla Vertigo di Alfred Hitchcock. E poi, sono linee del fumo di sigaretta che si stagliano nel cielo notturno, come le occasioni perse della vita, che aleggiano sulle nostre teste, fatte della ‘stessa sostanza di cui sono fatti i sogni’… mai realizzati.
I titoli di coda sono l’occasione per menzionare i grandissimi musicisti che hanno reso possibile In Punta di Piedi: Gigi De Rienzo (basso, chitarre, tastiere); Agostino Marangolo (batteria); Piero De Asmundis (piano); Franco Giacoia (chitarra elettrica); Jerry Popolo (sax tenore); Gianfranco Campagnoli (flicorno); Alessandro Tedesco (trombone).
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