La band livornese Betularia, nata alla fine degli anni novanta, ha pubblicato lo scorso 27 Novembre "Pura Sopravvivenza", un album con 7 tracce delicate ed eleganti. La prima canzone, "Il volo", si presenta come un tenero augurio dedicato a una persona che se ne sta andando, che si sta allontanando dalla nostra vita. Il leggero arpeggio di chitarra che apre questa traccia sembra protrarsi ininterrottamente attraverso tutti i brani dell'album, creando in questo modo un filo conduttore piacevole ma che rischia di farli sembrare troppo simili l'uno all'altro. A parte qualche canzone dal ritmo un po' più cadenzato come "Nel mare di Tetide" o "Il ladro di emozioni", tutte le altre sembrano un po' la fotocopia di quella precedente e questo crea un senso di piattezza in un album che invece potrebbe dare molto di più. La voce del cantante, Simone Turchi, aiuta a colorare i brani: un timbro caldo e avvolgente e, chiudendo gli occhi, ti sembra di essere seduto su una comoda poltrona a osservare un tremule fuoco mentre i vetri delle finestre si appannano per il freddo invernale. La band mantiene il tratto cantautorale non solo nelle armonie delle chitarre acustiche ma soprattutto nei testi poetici, anche se forse un po' troppo ricercati. I continui riferimenti all'epica classica e alla distante immagine dell'Universo distraggono l'ascoltatore dal reale significato delle canzoni. In generale trovo l'album molto caratteristico e molto professionale ma non mi ha convinto fino in fondo.
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