È disponibile dall’8 Marzo su tutte le piattaforme digitali “Milkshake”, il primo EP della indie band catanese Joshua Thriller. Cinque tracce scritte e prodotte dalla band, registrate presso il Cabin Music Studio di Catania. Li abbiamo intervistati…
Fino a quanto vi rappresentano i generi musicali?
Alessio: Siamo tutti cresciuti in un’epoca in cui la stratificazione in generi della musica è stata esasperata e al contempo stravolta dalle varie influenze e novità in campo musicale. Giorno dopo giorno siamo soggetti a innumerevoli input musicali diversi, sia come musicisti che come ascoltatori, nel momento in cui si scrive cerchiamo di non porci alcun “limite” dato da etichette di genere musicale, ma mettiamo in gioco tutta la nostra esperienza e il background individuale di ognuno.
Walter: Ognuno di noi ha la propria band preferita e porta dentro le proprie influenze dettate dai generi ascoltati. L’alchimia tra di noi funziona forse proprio per questa diversità tra gli stili. Il “frullato” si sta mixando bene, spero abbia un buon sapore!
Quanto la musica può trasmettere sensazioni ed emozioni personali?
Giorgio: considerato che la musica, dai suoni della natura fino ai dischi dei Pink Floyd, domina l’esistenza umana essa ha un potere enorme. Non è nemmeno quantificabile. Essa può farti ritrovare in un luogo preciso, e magari non ci sei mai stato. Può essere colonna sonora di un sogno, e al tuo risveglio puoi ricordarti per filo e per segno ciò che hai ascoltato. Puoi persino scrivere canzoni in sogno. La gioia, il dolore, la perdita, l’entusiasmo, la cattiveria, il tramonto, un ladro che ruba nella notte. La musica può accompagnare qualunque di queste situazioni.
Federico: Concepisco la musica come il mezzo ideale per esprimere il proprio essere e trasmettere le proprie sensazioni in modo diretto, cosi da instaurare col pubblico un legame, magico ed indissolubile.
Walter: Sto vivendo un periodo ricco di emozioni, belle e brutte. Forse queste ultime mi hanno spinto a non mollare la musica e a tirare fuori quello che stiamo producendo adesso. Credo che nessun artista abbia mai creato qualcosa senza un pò di introspezione.
È uscito il vostro ep Milkshake. Perché lo avete chiamato così e cosa contiene questo “frullato” di 5 canzoni e di vari generi?
Alessio: Credo che ognuno di noi abbia un’interpretazione diversa del titolo dell’EP. Per me il milkshake rappresenta la capacità di essere al contempo vintage ed innovativo, un pò come la musica contenuta in questo progetto. È musica che potresti ascoltare da un jukebox all’interno di un diner degli anni ’50, ma anche dall’impianto audio di Starbucks.
Giorgio: Milkshake contiene idee che hanno rischiato di non vedere mai la luce. “It’s only up to you” è stata scritta nel 2013, “Waiting” nel 2019. Era inevitabile che, nonostante comunque siano state riarrangiate in chiave Joshua Thriller, queste canzoni risultassero il connubio di tanti stili mischiati tra loro. Ma la questione non mi ha mai preoccupato. Sono cresciuto ascoltando il White Album dei Beatles, che per me rappresenta la Bibbia dei Milkshake.
Come avete conosciuto Elektra Nicotra?
Giorgio: ci siamo conosciuti quando eravamo dei preadolescenti. Abbiamo passato tutta la vita insieme, e siamo stati tutto: amici, best friends, colleghi di lavoro, fratelli e compagni nella vita. Ci definiamo “compagni di mille avventure”. Milkshake è un suo lavoro tanto quanto nostro. Lei fa parte della famiglia Joshua Thriller, ne è parte attiva e lo sarà sempre.
Che momento musicale sta vivendo la Sicilia secondo voi? Trovare serate è facile?
Alessio: La scena musicale non è proprio il massimo, e non è un discorso relegato solamente alla Sicilia, ma a tutta Italia. Ogni posto ha le sue, e in Sicilia abbiamo sicuramente una serie di problematiche scaturite anche e soprattutto dalla visione della musica della maggior parte della gente che ascolta e va ai live. Ma chiaramente non è mai saggio fare di tutta l’erba un fascio: c’è del movimento e c’è speranza, se sai cosa cerchi lo troverai, anche se troppo spesso si finisce per trovarlo lontano da qui, lontano dalla Sicilia prima, e dall’Italia poi.
Walter: In Sicilia siamo sempre stati ricchi di musica, purtroppo la richiesta di musica inedita non è paragonabile all’offerta della musica coverizzata. Il “mercato” musicale siciliano richiede un esecutore piuttosto che un artista. Noi proveremo a cambiarlo, essere contattati per quello che creiamo ha tutto un altro fascino.
Vi sentite parte di un movimento musicale? Quali sono i movimenti musicali al giorno d’oggi secondo voi?
Giorgio: ci sentiamo parte di un movimento di artisti e musicisti che vogliono dire la propria e farlo a modo proprio. Noi produciamo da soli la nostra musica. Non vogliamo che venga qualche produttore “pop” a dire “si fa così e si deve fare “cosà”. Vogliamo lavorare con persone che amano il confronto, e perché no, anche un pò di rischio “calcolato”. La musica è diventata fin troppo schiava della produzione in serie. Non ci interessa essere troppo underground, ma non vogliamo nemmeno essere merce di scambio con sottofondo reggaetton. Ci hanno già definito “Indie”. Non sapevo nemmeno che ancora esistesse questa definizione per un gruppo. Ovviamente siamo, al momento, indipendenti, ma non credo che “indie” rappresenti più una definizione di genere musicale, men che meno per Joshua Thriller.
Alessio: Andando a sintetizzare, i movimenti principali sono sempre stati due nell’immaginario comune: ciò che è commerciale e ciò che non lo è.
Cosa vi augurate per il vostro futuro? Quale palco importante?
Alessio: Tanta musica, tanta libertà, passione e tanto divertimento. I palchi importanti ce li auguriamo come tutti quelli che imbracciano uno strumento.
Federico: I grandi palchi e il confrontarsi con importanti contesti musicali sono tutto quello che ci auguriamo.
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