Nella giovanile raccolta di poesia Lavorare Stanca, Cesare Pavese spesso focalizza la sua attenzione sulla monotonia del lavoro, focalizzando l’attenzione su semplici gesti che si ripetono. Il poeta, morto suicida nell’agosto nel 1950, sicuramente non avrebbe saputo immaginare il dramma dell’età contemporanea, comunque caratterizzata da gesti sempre uguali, ma certo non lenti e pacati come quelli dei contadini delle langhe, bensì frenetici, spesso inutili e improduttivi. Da questo assunto scaturisce la riflessione di Max Deste nel brano Scrollare Stanca, evidente riferimento alla suddetta raccolta poetica, nel quale questo musicista ticinese parla ironicamente dello scrolling, ovvero del gesto che permette si scorrere una pagina web sullo smartphone usando le dita.
Insegnante d’Italiano, laureato a Losanna, costui ha alle spalle due album, Omaggio al poeta e Ok Silenzio, l’ep Antidoto 21 e vari singoli.
Geniale è il riferimento all’opera pavesiana: la dualità città-campagna scompare e viene sostituita da quella reale-virtuale, con la quale i giovani di oggi sono costretti a fare i conti. Il synth iniziale dal suono vagamente new wave crea il tappeto sonoro, quindi la voce accompagna le due strofe iniziali, e nella seconda assistiamo all’ingresso della chitarra, che assieme al synth accompagna il ritornello. La terza e la quarta strofa sono accompagnate da un arpeggio. Dopo il secondo ritornello la quinta strofa è più incalzante, anche grazie alla batteria che incede più velocemente. A chiudere il brano non è un ritornello, ma un lungo bridge abbastanza sognante e sospeso, dominato da chitarra e synth. Il genere del brano è un pop punk di altri tempi, dal colorito abbastanza anni ’80 (l’arpeggio di chitarra ricorda vagamente quello di Message in a Bottle dei Police) ed è sicuramente ben arrangiato: Max Deste evita le ripetizioni a favore di elementi più particolari e soluzioni diverse.
Colpisce, sicuramente, l’ottimo testo. Max analizza ciò che avviene in pochi secondi, parlando di “notifiche incessanti”, “matrici”, ”ogni giorno uguale sempre all’altro”, un ritornello che “parte” su Tik-Tok: a questo punto di sente “l’energia del pubblico” ed “il bisogno di celebrità”, a scapito della “cultura” durante la “festa delle vanità”. L’ironia dell’autore lo porta ad utilizzare termini complessi, figure retoriche bizzarre per rappresentare un’attività comune e banale, ovvero quella di navigare sui più comuni social network. Nella parte finale del testo l’autore afferma di esserci distaccato dalla realtà virtuale per vivere al meglio quella reale, dove c’è “una strana bellezza”
Con ironia, sapienza ed intelligenza Max Deste affronta un tema di attualità, e sotto influenza di un genere interessante crea un brano ben arrangiato. Scrollare Stanca è il primo singolo del nuovo album, in uscita nel 2025, dal titolo Nella selva oscura del capitale che siamo curiosi di ascoltare.
Link video: https://youtu.be/EaWSDqk-W5I?si=eAHgsRM0o42E1_of
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