Introdurre questa intervista agli Eagles of Death Metal curata da Vice non è facile. Le loro voci e i loro occhi raccontano quello che le parole non possono, perché come dice Josh Homme: “Non ci sono, non esistono parole per raccontare quello che non si può neppure immaginare”.
La riflessione più agghiacciante su cui posare le nostre reazioni è semplice e disorientante: dei ragazzi hanno sparato ad altri ragazzi mentre stavano sorridendo e divertendosi, guardandoli in faccia.
Cosa avranno visto in realtà? Bersagli mobili. Oggetti da colpire.
La musica offerta e condivisa ha salvato generazioni di giovani che sono diventati adulti e poi vecchi, ancora ballando, ancora cantando a squarciagola, ancora sorridendo e divertendosi. È un dato di fatto.
I terroristi non sono giovani, non sono adulti, non saranno mai vecchi e mai sapranno sorridere, ballare, divertirsi. Sono già morti e non lo sanno, o se lo sanno non possono/vogliono permettersi di fermarsi per cambiare le cose.
Sono soli.
Hanno paura di tutto ciò che è unito, di tutto ciò che è pulito, di tutto ciò che è vita.
Non conoscono la vita.
Noi sì, sempre di più.
Andiamo avanti, non nel nome dell'odio, ma della musica.
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