È uscito “Opposite Side Of Love”, nuovo singolo del progetto The Things We Hide.
Si tratta di una riflessione a cuore aperto su un amore senza lieto fine, una storia che comincia dal finale e in cui l’addio è il passaggio necessario per la liberazione.
L’autore di testi e musica è Jacopo La Posta. Marco Germani si è occupato degli arrangiamenti e delle parti di chitarra. La linea di basso è di Ivano Bonizzoni; la voce principale è di Anna Campisi e i cori di Sofia Bonardi e Chiara Fusetti.
Il brano è stato prodotto presso After Life Music Dimension, associazione culturale di Vigevano (Pv), mixato da Jacopo e Marco, mentre il mastering è di Cristiano Sacchi.
Foto di copertina e artwork sono di Elisa Collimedaglia.
Il singolo è disponibile su tutti i più importanti store digitali:
YouTube: https://youtu.be/6c3ZpbcMPvo
Apple Music: https://apple.co/3uHl5Uy
Spotify: https://spoti.fi/3FUFD2F
Li abbiamo intervistati…
Come vi siete conosciuti? Potete parlarci un po’ della scena musicale pavese?
Jacopo e Marco si sono conosciuti nel 2011 quando Jacopo, attirato dalle numerose attività di After Life Music Dimension in ambito locale, lo ha cercato dando inizio a una lunga e proficua collaborazione su più fronti. Anche gli altri elementi del progetto provengono tutti, rigorosamente, da After Life, che nel tempo è diventata una fucina di talenti. La scena pavese ha senz’altro brillato negli anni ’90 e nel primo decennio degli anni Duemila, specie per un certo alternative rock di ottima qualità, per poi affievolirsi successivamente – e risentire molto, purtroppo, delle frequenti pause causate dal Covid-19. Speriamo che questo progetto possa servire a ridarle un po’ della linfa perduta.
Vi sentite più anni 80 o più anni 90?
The Things We Hide è un progetto che aggrega persone di almeno due generazioni, quindi molto probabilmente la risposta è soggettiva per ciascuno di noi.. Sicuramente, da un punto di vista compositivo, parte del nostro sound omaggia entrambe le decadi – vuoi per l’uso frequente di pad, bassi sintetici ed effetti ovattati, vuoi per le venature grunge che caratterizzano diversi brani.
The Things We Hide è un progetto in espansione, una formazione che si è allargata e che intende continuare a farlo. In un’epoca di home recording, non credete sia rischioso creare formazioni troppo numerose?
Essere una piccola comunità di musicisti è il nostro grande vantaggio: ci rende flessibili, quasi intercambiabili e sempre pronti. Inoltre, esiste comunque un nucleo saldo e fisso – sia in studio di registrazione che dal vivo – e questo ci permette di non rimanere mai scoperti, perché nel peggiore dei casi c’è sempre una formazione “minima” che può portare a compimento un’incisione o uno spettacolo.
Avete in programma di esibirvi live? Come pensate di portare sul palco tutta la grandezza e la complessità del vostro sound?
Abbiamo già fatto un piccolo rodaggio live; da parte nostra c’è tutta la volontà di continuare, radunando sul palco tutti i musicisti finora coinvolti e avvalendoci di campionature, sequenze e tracce pre-registrate su cui aggiungere lo strumento “in diretta” – quindi nulla ci spaventa. In futuro, probabilmente, ci sarà spazio anche per un’esperienza visual, più immersiva, che unisca suoni e immagini.
Ci anticipate, solo per questa volta, qualcosa sul nuovo singolo che sarà pubblicato?
Dopo “Opposite side of love” vedrà la luce “The party’s over”, che sarà un brano dal ritmo più serrato, a metà fra il brit-pop e il progressive rock. La voce solista sarà quella di Jacopo.
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