"Per tutti i giovani tristi" è il nuovo disco della band napoletana Giona, formata da Alessio Forgione (già componente della band L'amo), Michele Leo e Daniele Sarubbi. L'album presenta una tracklist che potremmo definire "fantasiosa": le tracce hanno nomi molto particolari, che lasciano grande spazio all'immaginazione, come "Coerenza Tralalà", "Tutto tutto vero" o "Tutto tutto nero". Non bisogna lasciarsi spaventare da queste scelte artistiche, soprattutto perché il buon senso ci insegna che non si giudica un libro dalla copertina (o in questo caso un album dalla sua tracklist), bisogna, invece, permettere alla musica di raccontarci tutto ciò che ha da dire. Tuttavia dopo qualche secondo di ascolto, mi sono accorto di aver cambiato espressione: da piena di aspettative a preoccupata. “Guardia”, la prima traccia, inizia con semplici note scoperte e poi esplode in accordi discordanti che si prolungano lungo tutto l'album. Molto spesso le tracce non durano più di due minuti (che non è per forza una cosa negativa), ma si interrompono bruscamente con un'eco improvviso e inaspettato. La voce del solista è molto grezza, questo graffiato potente e rude si sovrappone alle grintose chitarre, creando un suono stordente e di difficile ascolto. In una parola: eccessivo. Per quanto apprezzi le scelte ardite, soprattutto in ambito musicale, non sono rimasto così colpito dalle sonorità di questo disco, non pienamente. Le canzoni presentano una struttura molto simile l'una dall'altra, non lasciano spazio a variazioni né di genere né d'atmosfera. Probabilmente mi aspettavo troppo da questo album, purtroppo non mi ha convinto.
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