Abbiamo incontrato Marco Samuel, un giovane pianista e compositore italiano. “SCENERY” (Ema Edition) è il suo primo album full lenght prodotto da Roberto Cacciapaglia. Il viaggio è il tema centrale del progetto, un viaggio avventuroso nella natura. La parte organico-musicale dei brani è costituita dal pianoforte di Marco Samuel con tastiere, archi, effetti di musica elettronica ed effetti di musica d’ambiente.
“Scenery” è il tuo primo album. Quale pensiero di fondo accomuna i brani che lo compongono?
Tema centrale di Scenery è il viaggio inteso come naturale tendenza dell’essere umano a voler conoscere ed esplorare il mondo in cui viviamo. Ascoltando interamente l’album si percorre un viaggio avventuroso nella natura fatto di sensazioni suggestive. Ma la musica non è tutto. Gli otto videoclip che ho realizzato, reperibili separatamente dal disco, procedono di pari passo con la musica e immergono lo spettatore in un viaggio ancor più emozionante.
Qual è stata la vera sfida durante le registrazioni del disco e com’è lavorare al fianco di un grande professionista come il M° Roberto Cacciapaglia?
Ho avuto la fortuna nonché il privilegio di incontrare e collaborare al fianco di Roberto Cacciapaglia, compositore di fama internazionale. La sua accademia, nata per dar voce ai giovani talenti emergenti, mi ha dato la possibilità di realizzare l’album “Scenery”. Il maestro ci ha supportati in tutte le fasi di produzione del disco e ha curato le nostre composizioni. La fase di registrazione del disco ha avuto luogo nel suo studio “Glance” a Milano ed è stata intensa ma allo stesso tempo molto costruttiva anche per le varie collaborazioni con i tecnici specializzati nell’utilizzo dei vari software di produzione da cui ho imparato molto. In un primo momento le fasi di registrazione del disco son state abbastanza semplici, si è trattato infatti di eseguire al pianoforte tutti i brani, ma la parte più difficile è stata la successiva, nel momento in cui ho dovuto applicare alle registrazioni pianistiche numerosi effetti di musica elettronica che hanno dato luogo ad una vera e propria partitura orchestrale.
Qual è il vero tratto distintivo della tua musica, ciò che secondo te ti rende diverso?
Credo che il tratto distintivo della mia musica dipenda dal tipo di ricerca che effettuo prima di creare nuova musica. Non rifiuto nessun genere musicale. Cerco di inglobare tutto ciò che mi piace della musica e tendo a concentrarmi soprattutto sulle ultime tendenze musicali, quelle più attuali perché sono collegate alle emozioni e al sentire del nostro tempo. E credo che le tendenze più attuali siano da ricercarsi nella musica Pop. Può sembrar strano venendo dal mondo classico ma penso che nella musica dei cantanti di oggi si trovino degli aspetti davvero interessanti sia nel sound che a livello melodico.
Henry Miller diceva “la musica è un meraviglioso stupefacente, a non prenderla troppo sul serio”. Cos’è per te la musica?
Per me la musica è un mezzo che ci permette di percepire sensazioni e intuizioni che nella realtà quotidiana spesso ci sfuggono. Quindi intesa in questo senso, mi ritrovo perfettamente nell’affermazione di Henry Miller. La musica può davvero aiutarci a vivere meglio con noi stessi e con gli altri creando una rete sociale più solidale.
Nonostante tu venga dal mondo classico quali sono le realtà della scena musicale italiana che ti convincono di più?
Ho seguito l’ultimo Sanremo con piacere e ci son delle canzoni che mi hanno colpito in particolare. Quella di autori come Francesco Gabbani, Piero Pelù e Zucchero. Ci son degli aspetti nel sound delle loro canzoni che mi piacerebbe trasferire nei miei prossimi brani. La canzone Pop in generale mi interessa molto nonostante io provenga dal mondo classico. Infatti, sono fortemente orientato a studiare la canzone Pop perché credo sia un tipo di comunicazione più immediata, per il popolo. Il mio obiettivo da compositore è cercare di avvicinarmi al pubblico il più possibile, seguendo anche il modello della Pop, rompendo un po’ di barriere presenti nell’ambito della vecchia concezione della musica classica che purtroppo persistono ancora oggi.
E a questo punto ti chiedo, cosa stai ascoltando in questo periodo? Qualche consiglio da dare ai lettori di StandOut?
In questo periodo mi sto concentrando su un autore in particolare, Zucchero. Il suo ultimo album mi è piaciuto molto per le varie innovazioni sul sound e per l’originalità compositiva e, naturalmente, per la bellezza delle sue canzoni. Poi, ovviamente, ascolto tanta musica classica contemporanea ed uno degli autori che preferisco in questo senso è Ludovico Einaudi che ascolto regolarmente. Il consiglio che mi sento di dare ai lettori StandOut, soprattutto in un momento così delicato, è di continuare ad informarsi ed essere aggiornati sulla nuova musica, anche quella emergente perché la musica in generale può darci tanto, in tutti i sensi.
Internet permette la diffusione di tantissima musica che altrimenti non avrebbe alcuno sbocco nei canali informativi principali. È la piattaforma più vicina all’idea di democrazia reale. Quanto utilizzi i social e in che modo li sfrutti?
Li utilizzo tanto e li sfrutto principalmente per il mio lavoro. È vero, molta della musica trasmessa oggi trova spazio mediante la propaganda sui social. E questo penso sia un aspetto molto importante in quanto se così non fosse molta musica emergente potrebbe passare inosservata.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Attualmente sto lavorando su un altro progetto che spero di far uscire a breve. A parte questo il mio principale proposito nei mesi avvenire sarà quello di riuscire a realizzare dei live per l’album “Scenery” e per i prossimi progetti.
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