Intervista a Montone: «Le Onde è il brano più sperimentale che abbia scritto»

Abbiamo incontrato Montone, uno dei più interessanti cantautori della scena indipendente. “Le Onde”, il suo nuovo singolo è una riflessione sulla fugacità del tempo, sul vivere al massimo ogni istante, perché all’orizzonte ci sono sempre delle enormi onde pronte a spazzare via tutto in pochissimo tempo.

C’è stato qualche episodio particolare che ti ha fatto sentire il bisogno di scrivere le tue canzoni? Qual è stato il tuo percorso formativo e che cosa l’ha influenzato di più?

Da bambini vidi il mio migliore amico che si iscrisse in una scuola di musica per prendere lezioni di chitarra, ed io, che non avevo neanche lontanamente in mente di fare il musicista, scelsi di fare la stessa cosa senza smettere più. Così ho studiato musica classica e poi già a 11 anni ho formato la prima band e ho iniziato a suonare la chitarra elettrica. Mi hanno molto influenzato i cantautori italiani degli anni ‘70-‘80, Battisti, Dalla e Gaetano su tutti.

Parlaci del tuo nuovo singolo “Le Onde”.

Le Onde è forse il brano più sperimentale che abbia scritto.
È nato da un giro di accordi con la mia chitarra elettrica Eko degli anni ’60, a cui poi ho aggiunto diversi campionamenti della mia stessa voce elaborati e resi quasi irriconoscibili. Nonostante sia un pezzo un po’ “strano” sono riuscito a mantenere comunque un forte impatto pop, che ti tiene lì “agganciato” ad ascoltare, e sono contento del risultato.

Montone – Le Onde (copertina)

Quanto c’è di personale nelle tue canzoni?

Le mie canzoni sono tutte molto personali: il suono innanzitutto è personale, ma anche il modo di raccontare la realtà nei testi. Cerco sempre di focalizzarmi sul mio punto di vista, sul mio mondo interiore, e mai di “copiare” quello che fanno altri.

Quanto è difficile nel 2022 fare il cantautore in Italia?

Molto. In un contesto dove la musica è ormai solo intrattenimento, cercare di spingere la gente ad andare oltre è un gesto quasi eroico…

Che cosa ama fare Montone al di fuori della musica?

I video e la fotografia. Sono le mie altre due grandi passioni. Con il mio studio di produzione, Himalaya studio, oltre alla musica mi dedico anche a questo.

Gli artisti spesso vivono immersi nelle emozioni del presente. Il futuro ti spaventa? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

No, non mi spaventa affatto. Ho da poco fondato la mia etichetta, Himalaya Dischi, e voglio collaborare con altri artisti e produrre tanta musica.