Intervista a Royal Division – “I generi ci rappresentano fino a un certo punto”

Esce il 28 febbraio “Destroyed”, nuovo singolo dei Royal Division. Il brano della band alternative rock parla di resistenza interiore, del fatto di non arrendersi e di lottare contro le avversità che la vita spesso ci propone. Il ritornello infatti dice: “I don’t wanna be destroyed, Io non voglio essere distrutto!” “E’ anche un invito a non sprecare il tempo e a focalizzarsi sulle cose che si reputano importanti e che ci permettono di essere noi stessi, senza lasciarci influenzare negativamente”, aggiunge la band bergamasca.

I Royal Division hanno un background musicale eterogeneo, anche se un’impronta indie – alt rock è ben percepibile. Alcuni dei gruppi d’ispirazione sono: Pixies, Kasabian, Editors, Black Rebel Motorcycle Club, Blur, Tame Impala, ecc.

Link video: https://www.youtube.com/watch?v=FBnUTh6v_m4

Link Spotify: https://open.spotify.com/album/0jk2tQqoK3MzKtgSo7lAHL

Li abbiamo intervistati….

Ciao! Grazie di essere qui con noi! Prima di soffermarci sul nuovo singolo, parliamo di voi. Come nascono i Royal Division?

Ciao, grazie a voi. I Royal Division sono il risultato della condivisione della passione per la musica dei vari membri e del background musicale e culturale che ci accomuna. Naturalmente la parte condivisa è l’impasto, a cui l’esperienza personale e il background di ciascuno fa da sale. Arrivando tutti da esperienze musicali precedenti, ad un certo punto ci siamo trovati per percorrere lo stesso sentiero, sperando possa portarci a mete soddisfacenti. Anche se poi la vediamo come Coelho: non è importante la meta, ma il cammino.

La vostra estrazione eterogenea è alla base del vostro genere?

Il nostro background è eterogeneo, ma naturalmente ha molti punti condivisi tra noi cinque, come dicevamo prima. I generi ci rappresentano fino a un certo punto, nel senso che sono utili come indicazioni, ma non ci legano in maniera forzata. Si possono percepire generi diversi, anche se tutti più o meno facenti parte del grande mondo del rock.

Nel 2021 esce il vostro primo EP “Yellow Fever EP”. Quanto la pandemia ha influenzato questo lavoro?

In realtà non tantissimo, perché a parte un brano, la ballad Let me take you, tutti gli altri erano già nati pre pandemia. Ha influito nel senso che avevamo una gran voglia di riprendere a suonare e ad esibirci, per cui ci siamo impegnati in maniera appassionata alla registrazione dell’ep. Finora i feedback sono stati positivi, e questo ci fa molto piacere oltre ad incoraggiarci a fare sempre meglio.

Ed eccoci a “Destroyed”. È frutto di emozioni e sensazioni personali?

Certo, ma come punto di partenza. Emozioni e sensazioni personali, nel momento della condivisione sotto forma di canzone, diventano universali. Secondo noi questo è uno dei poteri fantastici della musica. Destroyed è un brano che parla di resistenza interiore, del fatto di non arrendersi e di lottare contro le avversità che la vita spesso ci propone. Il ritornello infatti dice: “I don’t wanna be destroyed”, non voglio essere distrutto! E’ anche un invito a non sprecare il tempo e a focalizzarsi sulle cose che si reputano importanti e che ci permettono di essere noi stessi, senza lasciarci influenzare negativamente.

Cosa volete trasmettere ai vostri ascoltatori?

Ci piace pensare di stabilire un legame tra noi e chi ci ascolta, una condivisione emotiva fatta di musica e parole. Le canzoni e la musica in generale hanno queste capacità. Abbiamo pezzi energici e pezzi più soft, canzoni malinconiche e canzoni più allegre; dipende sempre dal filtro emotivo. Nei live invece vogliamo spaccare i cu…bi di ghiaccio. 😉

Siamo ai saluti. Grazie ancora di essere stati con noi. Quali sono i vostri progetti per il futuro?

Ci dedicheremo a una delle cose che amiamo di più, i live. Più avanti invece torneremo in studio per registrare i brani nuovi. Grazie a voi per il tempo che ci avete dedicato e un grande saluto a tutti i lettori. Seguiteci sui social, ma soprattutto ascoltateci e venite ai live, non vi pentirete.

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