Intervista a UNA, in gara per Sanremo Giovani 2016

Il nome di battesimo è Marzia Stano. Nasce a Torino ma cresce a Bari, ha 33 anni e porta con sé una grande esperienza sui palchi, sia italiani che esteri. Un paio di settimane fa ha ricevuto la chiamata Skype del direttore artistico e presentatore del Festival di Sanremo, Carlo Conti: “UNA, sei dentro: ti aspetto il 27 novembre in diretta su Rai Uno”. La cantautrice avrà dunque la possibilità di esibirsi in prima serata, una selezione in diretta tv che deciderà i nomi dei sei cantanti che accederanno a Sanremo Giovani 2016.

 

Il nome UNA, che sappiamo essere un nome d'arte, perché tu, in realtà ti chiami Marzia Stano, da dove arriva?
Credo che scegliere un nome d’arte sia un po’ come scegliere il costume di carnevale. Come indossare una maschera che in qualche misura riveli quello che siamo veramente. Come rivelava Oscar Wilde, date una maschera a una donna e vi dirà chi è. “Una” per me è l’espressione di una volontà, forse quella di restare sempre una persona semplice e autentica.
 

Ti ricordi quando hai pensato per la prima volta: "Io voglio fare la cantante”?
Certo, avevo quattordici anni ed ero a Roma al mio primo concerto rock, ero lì da ore per guadagnarmi un posto sotto il palco, avevo le transenne che mi premevano le costole e diecimila persone che spingevano alle mie spalle, mancava l’aria, mancava l’acqua, mancava lo spazio. Ma appena uscì Dolores O’riordan dei Cramberries sul palco e cominciò a cantare, svanì il dolore alle costole, la sete, la stanchezza. La sua voce era riuscita a trasformare ogni disagio in meraviglia, fu lì che decisi che era quello che volevo fare nella vita. O che almeno ci avrei provato 


Cos’hai provato quando hai ricevuto su Skype la chiamata di Carlo Conti che ti annunciava l’accesso alle semifinali di Sanremo Giovani?
È stato simpaticissimo e incredibilmente emozionante! Io stavo imbiancando la cucina, e non avevo sentito la chiamata, mi ha chiamata cinque volte prima di riuscire a rispondere. Lui mi prendeva in giro perché il mio viso si vedeva solo per metà nella cam, e perché si vedeva sullo sfondo la scala che stavo usando per imbiancare. Poi mi ha chiesto se avessi impegni per il 27 di novembre. Sono una sognatrice ma anche una persona con i piedi per terra, anche se in quel momento avevo i piedi su una scala.  Quindi non mi aspettavo quella chiamata, la sfida era difficile, tutti gli altri concorrenti molto bravi tecnicamente e con un buon seguito. E invece eccomi qui.


Il Festival di Sanremo è un sogno o un trampolino di lancio necessario?
Entrambi credo. Scrivo e canto in Italiano, quindi Sanremo rappresenta il punto più alto dove una cantante e autrice italiana possa arrivare, ma anche un punto di partenza considerando tutto ciò che sogno e desidero fare ancora.


“Amare Stanca” è stato scritto più di tre anni fa eppure l’hai presentato al pubblico soltanto adesso. Aspettavi il momento giusto?
Credo di sì, forse perché ora mi sento davvero pronta ad affrontare un palco così importante. Ma anche perché credo faccia bene creare un po’ di distacco con quello che si scrive e il tempo mi ha aiutata ad interpretare “Amare stanca” con quel pizzico di romanticismo nostalgico e tensione emotiva che solo il tempo riesce a far maturare.


Ci parli di questa canzone?
Questa canzone parla in maniera molto sincera e semplice del grande paradosso che c’è dietro l’amore. Di come amore e odio facciano parte della stessa medaglia, di quanto sia difficile bloccare in un’unica parola, il mare di emozioni che ci travolge quando stiamo assieme a una persona che sentiamo di amare. Come cantava anche Celentano, “lei mi amava, mi odiava, mi amava mi odiava era contro di me..” Credo che a volte l’amore ci faccia paura, perché conduce dritto al “dunque” di noi.


Il 27 novembre su Rai Uno ci sarà la fase finale e si saprà quali saranno i 6 artisti che, insieme ai 2 di “Area Sanremo”, accederanno alla categoria “Nuove Proposte”. Come ti stai preparando e come stai vivendo quest’attesa?
Come una bambina emozionata ed eccitata, in fila per salire sulla più grande montagna russa del paese, come una bambina che aspettava da tanto l’arrivo delle giostre e che non vedeva l’ora di poterci salire anche se in cuor suo sa bene di soffrire le vertigini. 


Seguirà un nuovo disco?
Sto lavorando giorno e notte alla scrittura del nuovo disco, io e il mio chitarrista con cui scrivo e compongo da sempre, abbiamo portato tutta l'attrezzatura in una casetta al mare a ridosso di un'alta scogliera. Sembra di essere in Irlanda e invece siamo in Salento. Abbiamo trasferito la cucina sul balcone e la sala da pranzo è diventata la sala di registrazione. Vivrei così per sempre.


In bocca al lupo da tutta la redazione di StandOut!
Viva il lupo sempre!

UNA

You must be logged in to post a comment Login