Intervista ad Apatia – “Apatia nasce dalla necessità di sfogo”

Il progetto Apatia, band black metal, nasce dall’esigenza di sbrigliare la sofferenza che un uomo può arrivare a provare in determinati momenti della propria esistenza nel tentativo di comunicare all’ascoltatore uno stato d’animo ben preciso: il viaggio di una vittima del mondo all’interno di sé stessa.

Il progetto artistico ha inizio per mano del solo Apatia, in forma grezza, fino all’incontro con Christian, produttore ed amico, grazie al cui aiuto riesce a ottenere nuove idee e nuovi strumenti per perpetrare il suo dolore in forma, seppur sempre auto-prodotta, più curata, mirata e profonda.

Abbiamo intervistato l’artista….

Quali ascolti hanno influenzato Prima forma indefinita dal punto di vista strumentale? E quali sul piano vocale?

La musica che ascolto e le forme d’arte di cui abitualmente fruisco sono molto variegate. È difficile dire chi mi abbia ispirato maggiormente. La mia più grande ispirazione sono i miei stessi sentimenti, sia sul piano strumentale che per quanto riguarda la voce la quale, con il crudo grido d’un animo straziato, cerca di comunicare il suo dolore.

Con quale strumento hai iniziato per la composizione dei brani e perché?

Lo strumento con il quale compongo ogni brano sono i miei occhi, le mie orecchie, le voci e i pensieri miei e degli individui che mi circondano, poi, una volta messe in un preciso ordine, cerco di tradurle usando gli strumenti di cui parla la vostra domanda.

Prima forma indefinita è il frutto di un rash compositivo o di un lavoro di anni? Spiegaci la sua origine

Apatia nasce dalla necessità di sfogo, dal bisogno, per me impellente, di tirar fuori l’ira e la desolazione che provo dentro di me. Prima Forma Indefinita ha avuto origine dalla pura necessità di esternare una violenza altrimenti inestinguibile, ed ha avuto bisogno di diversi anni per puntare nella direzione giusta, raffinandosi quanto basta per essere più espressiva possibile.

Ci sono dei richiami letterari nel disco in primis pensando al titolo “Male di vivere”?

Non ci sono richiami letterari particolari, non volutamente. “Male di vivere” ha un titolo (come tutti gli altri brani) che cerca di sintetizzare il concetto che la canzone vuole esprimere. Un’intestazione che esprime un sentimento vasto e da non dare per scontato.

Se dovessi fare un tour con quali artisti ti vedresti affiancato?

Considerando quanto è personale il messaggio che voglio comunicare, non mi vedo affiancato a nessun altro artista al momento. Non escludo in futuro di vederne la necessita ma per il momento Apatia è l’unico compagno di sé stesso.

C’è un’ancora, un appiglio di speranza in tutto ciò che narri nel disco?

La sola speranza è di venir compreso, ma alla fine dei conti, anche questa prospettiva è poco
utile al proprio destino.

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