“Made in Italy” (Alta Sierra srl/Artist First) è il nuovo album del musicista e compositore, tra i più noti sassofonisti italiani, Gianni Vancini, realizzato con il supporto del Comune di Bologna, grazie al bando Nuove Produzioni Musicali. Come suggerisce il titolo “Made in Italy” è un tributo alla musica italiana. Otto capolavori scritti in un arco temporale di un trentennio, dagli anni ’70 ai ’90, a cui si aggiunge l’omonimo brano inedito. Ecco cosa ci ha raccontato…
Ciao Gianni, come stai? Raccontaci dei tuoi progetti per il 2023…
“Tutto bene grazie, sono reduce dal tour italiano di Umberto Tozzi e ora mi sto ricaricando per un 2023 bello croccante! Ci saranno diversi appuntamenti con Umberto oltreoceano (e non solo), sto pianificando le date di promozione del mio nuovo album “Made in Italy”, in più sono in uscita diversi album a cui ho collaborato in prima linea.”
È da poco uscito il tuo nuovo album “Made in Italy”, complimenti perché è molto bello. Come mai hai scelto di riproporre dei successi italiani in una chiave diversa?
“Grazie mille! Ho sempre avuto la passione per la musica italiana tra gli ’70 e ’90, credo sia stato il periodo più florido a livello creativo. È stato difficilissimo selezionare i brani tra una miriade di capolavori!”
Nel 2018 hai rilasciato l’album “Get Your Groove On” che vanta dei musicisti e special guests di fama internazionale. Tornerai a pubblicare brani tuoi o ti diverti di più a riproporre brani conosciuti?
“Assolutamente sì! Per quanto mi piacciano le cover scrivere brani originali rimane la cosa più stimolante. Non vedo l’ora di rimettermi al lavoro e chissà che non si torni negli States!”
Sei considerato uno dei più promettenti sassofonisti della scena jazz contemporanea. Come ci si sente? Deve essere sicuramente una gran soddisfazione dopo tanto impegno e sudore.
“Sento molte la responsabilità di questa “investitura” e ovviamente la soddisfazione è tanta. Ma non per questo mi rilasso sugli allori, cerco sempre di migliorarmi e di creare musica nella più totale onestà intellettuale.”
Le radici native hanno influito sulla tua vena artistica?
“Tanto! Ho cominciato a suonare con Andrea Mingardi che non ero maggiorenne, lui ha sicuramente influito in maniera assoluta nella mia crescita musicale e non smetterò mai di ringraziarlo!
Quando non suoni cosa ti piace fare?
“Adoro la cucina e il giardinaggio oltre che passare più tempo possibile con i miei figli!”
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