E’ disponibile su tutte le piattaforme digitali “Justink” (Artist Development Cosmophonix Production), l’album d’esordio del cantante, direttore artistico, fotografo e videomaker mantovano Luaz.
Anima, suono e grazia: l’armonica fusione di questi tre elementi, unita ad immagini che corroborano la mente di raffinatezza ed eleganza, ha portato alla creazione di un concept album unico nel suo genere, ricco di contaminazioni e sfumature melodiche e canore.
Link Spotify: https://open.spotify.com/album/5GrsMZcpsFxAL314tcxMVe
“Justink” è un memorandum, un monito in musica per tornare alla pura essenza della bellezza, nella sua autenticità, dissociandosi completamente da vacue e frivole ideologie, da barriere ed idiomi che nascono ed esistono solo nella nostra mente e da sterili e banali definizioni, catalogazioni, etichette, che troppo spesso permeano la società contemporanea.
Il focus dell’intero concept è centrato sulla natura dell’esistenza, su ciò che conta davvero e resiste al tempo, alle avversità, alla mutevolezza e volubilità della vita: proprio per questo, l’artista ha deciso di privare la sua musica di qualsiasi orpello estetico legato alla propria immagine, mettendo ben in evidenza che nella musica, l’unica estetica che conta è quella del suono e delle emozioni.
«Siamo solo inchiostro in una delle tante pagine della Storia della Vita – dichiara Luaz –. Ho deciso di lasciar parlare le sonorità, ma soprattutto le sensazioni e le emozioni, dando rilievo ad immagini che le richiamassero alla mente e molta meno rilevanza alla mia immagine di artista. Se la mia musica arriverà a chi l’ascolta, io avrò fatto centro, anche perché non sarà stato merito del mio viso, del mio aspetto, o di effimere mode che non hanno nulla a che vedere con l’Arte e con il mio modo di concepirla; voglio che sia la mia stessa musica a parlare a tutti, attraverso me».
In una società frenetica, esibizionista ed ostentatrice, in cui tutto è incentrato sul fare sfoggio non tanto dei traguardi raggiunti con sana ambizione, determinazione, impegno e senso del dovere, ma sull’imperativo categorico dell’apparire, che non lascia spazio a fragilità, riflessioni e ripensamenti, privandoci della nostra meravigliosa natura umana, con pregi e difetti, puntando a renderci sempre più simili a macchine, o ad esseri sterili nell’anima e nei sentimenti, l’artista, attraverso questo disco, vuole proporre delle alternative all’ “anomala anormalità” che sta prendendo sempre più spazio e piede nella collettività.
Fil rouge del progetto è un’attenta e minuziosa ricerca sonora che porta l’ascoltatore ad immergersi completamente nella sua unica, personalissima ed intima introspezione.
Come se ci osservassimo, attenti e scrupolosi dall’esterno di noi e suonassimo al campanello delle nostre coscienze, allo stesso modo, le nove tracce che compongono il disco, suonano per risvegliare la percezione che abbiamo di ciò che siamo e del mondo in cui viviamo.
In apertura del disco troviamo “Void“, brano che aspira a far riflettere l’ascoltatore su quanto a volte sia importante e liberatorio abbracciare il vuoto; una stretta che non attanaglia, bensì riscalda, conforta e rasserena, facendoci sentire bene con noi stessi e con ciò che ci circonda.
C’è poi “Rebirth“, la prima opera composta e prodotta del CD, che mira a far riflettere sulla nostra vita, sul percorso che abbiamo intrapreso fino ad ora, esortandoci a concederci una nuova possibilità, quella seconda chance che solamente noi stessi possiamo offrirci.
Chiude l’album “Living Synchronicity“, che evidenzia quanto i nostri pensieri siano condizionati dalle notizie, in particolar modo fake news, che quotidianamente dilagano sui nostri dispositivi, instaurandosi e modificando il nostro modo di pensare e di agire: «dal silenzio interiore al chiasso esteriore!», è il messaggio che l’artista vuole trasmettere attraverso questo brano, facendoci soffermare sulla necessità di ragionare con le nostre capacità, con quella libertà individuale che viene sempre più soffocata da un pensiero, disseminato, propagato e venduto per “comune”, ma che è solo il frutto di una contemporaneità frenetica, che non lascia spazio ai singoli individui.
Un progetto accurato ed attento, dai suoni ai testi, dalle immagini evocate ai colori della voce utilizzata da Luaz, che nasce da una serie di domande che l’artista ha posto a se stesso e che non si erge a manifesto di una nuova corrente di pensiero, ma si pone l’obiettivo di risvegliare il pensiero individuale per sanare il pensiero comune.
Tracklist:
1- Void
2- Black Mirror
3- Fail
4- Adapt Yourself
5- Trapped
6- Liquid Love
7- Numb
8 – Rebirth
9 – Living Sincronycity
Biografia:
Luaz, pseudonimo di Andrea Luani, è un cantante, direttore artistico, fotografo e videomaker italiano classe 1986. Si innamora della musica fin da bambino; studia canto, prima alla MMI, sotto le direttive di Gabriele Gozzi e poi alla DB Sound & Music, sotto l’ala di Luisa Malaspina. Dopo anni di impegno, sacrifici e gavetta in svariati gruppi, da il via alla sua carriera solista con “Justink”, un album ricco di contaminazioni e raffinate sfumature firmato con la mantovana Cosmophonix Production.
La sua visione di musica, pura ed autentica, invita l’ascoltatore a tornare al pensiero individuale per costruire un nuovo pensiero comune, distante dalla società dell’apparire, perché la vera bellezza è insita in ognuno di noi ed è solo condividendo ed amando le piccole ma fondamentali ed imprescindibili meraviglie della vita quotidiana, che potremmo tornare ad essere in pace ed in armonia con noi stessi e con il mondo in cui viviamo e di cui facciamo parte.
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