Tredici lampadari di 3,7 metri di diametro che pendono dal soffitto e illuminano il forum d'Assago ancor prima che lo spettacolo cominci: un palco trasformato in un salone per le feste. Così Jovanotti accoglie il pubblico alla data zero del Lorenzo Live 2018, il 12 Febbraio 2018, tour che fino a giugno lo vedrà impegnato a cavalcare i palazzetti più importanti d'Italia e di Europa (Zurigo, Bruxelles e Vienna sono incluse nella lista) con 53 date, 12 delle quali solo al Mediolanum Forum di Assago.
Lo show si apre con un breve cortometraggio: un cartone animato firmato Michele Fior che vede il cantante italiano nelle vesti di un moderno Don Chisciotte, in sella a una moto e pronto a combattere Darth Vader e pompe di benzina. Il Don Chisciotte torna più volte nel corso dello spettacolo, come un continuo promemoria del tema, presentando al pubblico versi del libro, letti dall'accogliente voce di Miguel Bosè. Molte sono le caratteristiche che accomunano Jovanotti con il personaggio di Cervantes: entrambi sulla cinquantina, ambiziosi, sognatori ed eterni ragazzini. La metafora perfetta per introdurre il pubblico all'instancabile genio artistico di Lorenzo Cherubini.
Sorprendentemente lo show non inizia con una delle canzoni del nuovo album (“Oh, Vita!”, pubblicato l'1 Dicembre 2017 per Universal e prodotto da Rick Rubin, storico producer dell'hip hop newyorkese), ma con “Ti porto via con me”, traccia che negli ultimi concerti veniva posta alla fine della scaletta. In questo modo si viene a creare una continuazione ideale con il Jovanotti degli anni scorsi, come se non lo si fosse mai abbandonato realmente all'ultimo show. Si passa poi a “Le canzoni”, recente singolo estratto dall'album, durante la quale come una profezia si avverano le parole cantate: “Le canzoni non devono essere belle, devono essere stelle, far ballare la gente”. E tutti a ballare, cantare e saltare, “ognuno come gli pare, ognuno come si sente”.
Uno show perfettamente bilanciato fra momenti di tensione e carichi di luci, giochi pirotecnici e laser sparati sul pubblico (come durante le performance di “SBAM!”, “Tensione evolutiva” o “Sabato”) e momenti più intimi, durante i quali gli unici protagonisti dello show sono Jovanotti con la sua chitarra e l'occhio di bue. Le mille voci si uniscono quindi in un unico coro, sulle note delle ballate più recenti “Sbagliato” o “Chiaro di luna” oppure sulle tradizionali “A te” o “Mi fido ti te”. In questi teneri momenti si conferma la propensione di Jovanotti ad essere “l'uomo più innamorato del mondo” (come citato in “Sbagliato”). Lo ha confessato lui stesso, quando durante lo show ha espresso il suo desiderio di scrivere solamente canzoni d'amore: le più belle, le più oneste.
Non sono mancati ricordi del glorioso passato musicale di Jovanotti, come “Penso positivo”, “L'ombelico del mondo”, “Ti sposerò”: canzoni che ormai sono diventate parte integrante della cultura italiana. Tuttavia la cifra stilistica dei concerti di Jovanotti la si vede quando più o meno a metà show ruba la scena alla band e lo spettacolo si trasforma in un entusiasmante dj set: ricordi delle origini del cantante, quando andava in giro per i club negli anni '80 a suonare la sua musica. A questo punto la pedana orizzontale lunga 20 metri, al termine della passerella centrale del palco, si alza di 4 metri dal suolo, ruota di 90 gradi trasformandosi in un ponte, che permette al cantante di “volare” sopra gli sguardi allibiti del pubblico e posizionarsi dietro alla sua personalissima postazione da dj. Vengono così suonate “Una tribù che balla” e “Tanto3”, ma anche vere e proprie hit da discoteca, come la spagnoleggiante “Mi gente” di J Balvin e Willy William.
Il vastissimo repertorio di Jovanotti gli avrebbe permesso infinite opzioni di scelta per chiudere lo spettacolo più che degnamente, ma come ultima canzone della scaletta ha scelto la meno probabile, una canzone di “Oh, vita!” che ancora non ha ricevuto la giusta attenzione: “Viva la libertà”. Con un inno alla libertà Jovanotti decide di abbandonare il palco: ringrazia il pubblico, la band e i produttori dello spettacolo ancora prima di dire l'ultima parola della canzone, appunto “libertà”. Così con la parola più “Preziosa e fragile/ Instabile e precaria / Chiara e magnetica / Leggera come l’aria" Jovanotti saluta milano, lasciando andare il pubblico con un sorriso stampato sulle labbra indelebile per i giorni seguenti, essendo stato testimone non solo di uno show da pelle d'oca, ma di una vera e propria celebrazione della vita e della felicità, come Jovanotti negli ultmi trent'anni ci ha abituato ad assistere.
Scaletta:
Ti porto via con me
Le canzoni
Penso positivo
In Italia
Oh, vita!
Sbam!
Gli immortali
Mi fido di te
Sbagliato
Baciami ancora
Chiaro di luna
Fame
Dj set
L’ombelico del mondo
A te
Ti sposerò
Ragazza magica
L’estate addosso
Tutto l’amore che ho
Safari
Tensione evolutiva
Sabato
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Ciao mamma
Ragazzo fortunato
Le tasche piene di sassi
Mezzogiorno
Viva la libertà
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