È uscito il nuovo album di Luciano De Biasi e i Sui Generis dal titolo emblematico "Il Palazzo", frutto della collaborazione artistica con Federico Malandrino. Il nuovo lavoro, nell’efficace metafora di un condominio fatiscente, esplora in chiava ironica e agrodolce i vizi e le virtù della nostra penisola circondata dal mare immaginando di esplorare, porta a porta, stanza per stanza, personaggi e situazioni che incarnano tòpoi urbani del Bel paese (il vecchio lamentoso, l’artista snob intrappolato nei cliché, il politico affarista). Nel lungo viaggio che ne deriva, per le scale del palazzo come per le regioni dell’Italia, si ha tuttavia l’impressione che il pamphlet irriverente finisca alla lunga per risultare piatto, sciapo, già sentito, con sprazzi già uditi altrove (un po’ Bregović, un po’ Modena City Ramblers, un po’ Cristiano De André) e ritornelli che non sempre convincono (Miracolo rimanda ad una sagra di paese dai toni incupiti). Mancano i mattoni.
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