Abbiamo incontrato Melus Kaye, artista calabrese che spazia tra letteratura (il suo “Imprigionati” è uscito nel 2014), musica, recitazione, film, cortometraggi. Di sé dice: “ho partecipato progetti filmici più e meno rilevanti, cortometraggi e web serie. E’ un amore per tutto ciò che è video che mi ha portato ad approfondire il mondo dietro la macchina da presa, facendo dadirettore e montatore dei miei stessi video”.
Come leggerete, Melus Kaye lavora da solo. E’ infatti un polistrumentista in grado di comporre e di mettere in pratica le sue idee musicali in completa solitudine. Di sé dice di scrivere musica solo quando si trova in piena sintonia con se stesso e che proprio per questo le sue creazioni sono decisamente originali, diverse da ciò che sentiamo ogni giorno alla radio, in tv, sui social.
In un momento in cui uniformarsi alle tendenze (del momento) è la scelta più comune, Melus Kaye ha pubblicato da pochi giorni su YouTube il video di “Story i stu pianeta“, un brano che contiene un bel featuring di Annarita. Perdersi nel video del brano, tra giganti, fanciulle, galeoni, mare e ruscelli è una boccata creativa d’aria fresca.
Come racconteresti la tua musica e tutto il tuo percorso artistico a chi ancora non ti conosce? Sei senz’altro un artista che si dedica a molte attività (video, montaggi, riprese) che quasi sempre i musicisti lasciano ad altri.
Ho sempre creduto fin da bambino di non essere comune. “Beh cosa intendi? Questa tua affermazione sembra spavalda”.. Alt! In questa vita siamo troppo abituati a mostrarci modesti, umili, a volte cavalchiamo quest’onda pur di non destare antipatie. Perdiamo la dignità e l’orgoglio pur di raccattarci consensi o buone impressioni, che in linguaggio digitale si chiamano like… In questo mondo pieno sicuramente di talenti, mi voglio mostrare come sono, egocentrico, diretto, ma anche sempre pronto ad ascoltare. La mia arte si è amplificata amando la gente e la natura. Un mio brano può scattare anche solo sentendo un profumo. So di avere una mente aperta, che mi permette di approcciare artisticamente a tante cose. L’importante non credo sia farle, ma sentirle.
Come definiresti la tua musica? L’energia del rock è sempre presente, ma i generi sembrano fondersi in essa.
La mia musica la definisco Unica, Ballabile, Per tutti. Il rock fa parte di me, è la mia essenza aggressiva che approccia alla musica con questa sua sfaccettatura. Ma la parola “musica” è come il concetto di singolarità. E’ quella cosa piccola prima del big bang che poi, esplodendo, diventa tante cose diverse. Trovo irrispettoso essere egoista e pensare ciò che unicamente voglio raccontare. Vorrei fosse un concetto piacevole ed altruista. Non c’è cosa più bella di una musica che ti porta a muoverti.
Come è iniziato il tuo amore per la musica e per la creatività? Come si è sviluppato nel tempo?
Mi sono innamorato della musica a tenera età, quando negli anni 90 si ascoltavano ancora i vinili e la tecnologia moderna, (le audiocassette). Avevo in casa molta musica: Michael Jackson, Madonna, Queen. Passavo ore ed ore ad ascoltare giocando coi miei soldatini. Poi in adolescenza mi sono avvicinato al mio primo strumento, la chitarra elettrica. Da quel momento non ho più smesso di suonare, crescere e voler diventare qualcuno.
Come nascono le tue canzoni? E come le produci?
La mia musica nasce nel momento di pace e armonia della mente. La vita è piena di distrazioni e situazioni che contaminano il tuo umore, sporcandolo di negatività. E’ nel momento in cui entri in sintonia con tutto ciò che ti circonda che senti di dare la giusta emozione al tuo brano, quell’emozione che sarà nitida poi all’ascoltatore.
La Calabria sembra essere fondamentale nel tuo percorso artistico.
Ci sono nato. È stata la mia culla. In un certo senso, le devo molto.. Credo fortemente che se fossi nato da un’altra parte forse il mio senso di arte non sarebbe mai germogliato. D’altra parte, l’essere così poco propensi ad aiutare ‘il compaesano’ non fa parte della cultura di quest’ultima.
Come giri i tuoi video?
Ho una discreta attrezzatura e con essa provo a dare immagine ai pensieri. La musica nasce da un pensiero, e come un pittore provo a dipingere quel pensiero in modo che la gente veda cosa ho visto io.
Che musica ascolti? E quali sono i tuoi artisti di riferimento in ambito musicale e non solo?
Sono cresciuto con la musica del Re del pop, Micheal Jackson e la regina del Rock, ovvero i Queen. Ma in adolescenza mi sono avvicinato a vari gruppi dalle sonorità un po’ più dure come Rammstein, Marilyn Manson, Linkin Park, ed anche più soft come Enigma, era, Enya. Adoro tutto quello che mi emoziona indipendentemente dal “filone logico di coerenza”, non so se mi spiego.
Com’è la tua giornata tipo? Quando suoni? Quando produci? Quando componi?
Lavoro per mantenere la mia arte. Purtroppo non sono ancora riuscito nel farmi mantenere da quest’ultima. Ma spero di non dover invecchiare nell’inseguire questo sogno. Il momento perfetto per la musica è la sera, quando ho tempo. Sono vincolato sotto questo aspetto.
Come ti vedi, artisticamente e personalmente parlando, tra vent’anni?
Non lo so, spero ancora vivo, prima di tutto. Per il resto, lì. Avete già capito dove: ovunque.
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