E’ chiaro che siamo davanti ad un suono tipicamente ed autenticamente “American”, quando i My Dark Reality, direttamente dall’Ohio, cominciano a spingere sugli amplificatori e sulle corde vocali.
“Soulless” è un brano facile e immediato, di grande impatto, strutturato perfettamente, ma che non lascia indietro la sfera intima, specificamente nel songwriting.
L’intro di batteria chiarisce subito il piglio più punk nelle intenzioni, tanto che ascoltandolo abbiamo dovuto controllare di non aver messo su per sbaglio un pezzo de The Fratellis o dei Franz Ferdinand. Il basso cadenzato e portante, che entra subito dopo, non smentisce ancora l’andamento suggerito dal batterista. Serve aspettare le chitarre per sentire quel gusto goth che ci aspettavamo dalla band d’oltreoceano: ben arrangiate, grezze il giusto, danno un colore perfetto mantenendo il brano in questo limbo interessante tra il punk/alternative degli anni ’90 e quel Goth alla Evanescence dei primi anni 2000.
La voce è potente anche se tutto sommato contenuta, regge benissimo le strofe in cui è scontornata soltanto dal basso di fondo e ci ricorda una Skin del periodo Skunk Anansie, nelle inflessioni e nella determinazione, seppur con qualche differenza sostanziale di timbrica.
La struttura e la produzione sono magistrali e perfettamente aderenti a quello che un brano del genere richiede.
Un gran bel pezzo, sempre vivo, senza fronzoli e dall’ascolto semplice, con un ritornello molto “catchy”. I My Dark Reality spingono forte, anche se su questo brano non rintracciamo i paragoni che sono stati fatti alla band (Ghost, Avenged Sevenfold…), ma piuttosto una intensa vena alternative e diretta.
“Soulless” è un brano ultra-radiofonico, forse anche pronto per un qualche rilevante gradino nelle classifiche, ed è questo che auguriamo alla band di Dayton, perché c’è stoffa e grande attitudine nella loro musica.
“Soulless” su Spotify:
https://open.spotify.com/album/44KnDCyJrHY7n726n5duXy
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