Si fanno chiamare “Uomo ananas”, provengono da Vicenza e hanno alle spalle numerosi riconoscimenti: il premio rivelazione al VicenzaNetMusic e numerose segnalazioni su riviste, che hanno premiato il talento dimostrato nell’omonimo EP , ritenendo il loro il miglior esordio indie del 2013. C’erano dunque tutte le premesse per far del loro nuovo album, “Shine”, un album deciso e risoluto, allergico a certi dettami pop rock pronti ad appiattire ogni sprazzo di creatività. Ed ecco che è nato un progetto interessante, che spicca il volo con “Eyes”, un gioiello schiuso con un ‘intro che ricorda i Cinematic Orchestra che prosegue con la forza d’animo dei gruppi rodati già all’apice dei brividi regalati (su tutti, i bravissimi “Il Disordine delle cose”). Piacciono il timbro vissuto di Marco Zordan, con le sue assonanze alla voce di Serj Tankian in abiti orchestrali, i riff scheggiati, le melodie in un equilibrio rapace, rock nella sua essenza, che rendono il disco un corridoio cupo, raggomitolato su brani vincenti e onesti, con una via d’uscita che celebra un ascolto che nessuno potrebbe pentirsi di aver fatto. Complici la passione e una professionalità indubitabili, le canzoni rimangono scolpite: “The way in the dark” è dolce come un carillon, “We are pearls” erige un muro di sonorità policrome e falcate di batteria, “Things to do" è una ballata struggente in cui le due voci si spalancano come i due ciliegi innamorati della storia zen. Una ventata di buona musica.
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