Un viaggio tra caos e armonia, dove il disordine si fa poesia
Con il suo primo album da solista, CAPOLUPO non si limita a raccontare la propria storia: invita l’ascoltatore a entrare in una dimensione intima e universale, dove il caos interiore trova una sorprendente bellezza. “Tra i miei disordini” è molto più di un concept album: è una confessione musicale, un dialogo tra suoni e parole che esplora le stanze più nascoste dell’animo umano.
L’album si sviluppa come un cerchio narrativo: inizia con “Inka”, un’apertura dal sapore meditativo, quasi rituale, e si conclude con la struggente “Michelle”, un epilogo che lascia un senso di sospensione, come un pensiero a cui non si vuole mettere la parola fine. Le dieci tracce sono unite da un equilibrio sottile tra sonorità elettro-acustiche, minimalismo e influenze industrial, che si intrecciano in un tessuto sonoro originale e mai banale.
Il cuore del disco batte forte nei testi, che scavano nelle profondità dell’esistenza umana. “Un’altra volta”, uno dei brani più intensi, riflette sulla necessità di perdonarsi per poter rinascere, intrecciando una melodia malinconica a un ritmo pulsante che accompagna la confessione emotiva. Allo stesso modo, “Due proiettili” colpisce per la sua capacità di raccontare il dolore senza cadere nel patetico, trasformandolo in un momento di catarsi.
Ma il vero punto di forza di “Tra i miei disordini” è il contrasto costante tra luce e ombra, ordine e disordine. “In questo inutile sabato sera” è un inno all’inquietudine del quotidiano, dove i dettagli banali si trasformano in immagini universali, mentre “Un giorno qualunque bellissimo” sembra quasi voler afferrare la bellezza effimera di un attimo fuggente.
Dal punto di vista sonoro, CAPOLUPO si dimostra un autore e interprete maturo, capace di mescolare strumenti acustici tradizionali con incursioni elettroniche, creando atmosfere che vanno dall’intimo al cinematico. È un disco che richiede attenzione e tempo, ma che sa ricompensare con una profondità rara nella scena musicale contemporanea.
Infine, il progetto si distingue anche per il suo valore solidale: il ricavato delle vendite del vinile sarà devoluto alla Fondazione ANT Italia Onlus. Una scelta che aggiunge ulteriore significato a un lavoro già di per sé carico di emozione e umanità.
Conclusione
“Tra i miei disordini” è un’opera che vive di contrasti, ma trova la sua forza proprio nell’abbracciare il caos. CAPOLUPO si presenta come un narratore sensibile e consapevole, capace di parlare a chiunque si senta perso tra le proprie fragilità, trasformando il disordine in musica e poesia. Un debutto solista che lascia il segno e pone le basi per un futuro artistico luminoso.
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