Esattamente come la sua musica, Jehnean Washington è un’artista totale: trent’anni di esperienza musicale, come interprete e scrittrice, ma anche parentesi cinematografiche come attrice e sceneggiatrice. Laureata all’AMDA di New York, si è esibita con Buffy Sainte-Marie, Bobby Kiball, Pura Fe, Indigo Girls e molti altri artisti di talento. La sua passione per i popoli nativi nordamericani l’ha portata ad arrangiare Trail of Tears, basata su un canto cherokee, brano presente nell’album SIIB, vincitore del premio NAMMY. Parallelamente a tutto ciò, questa artista lavora come maestra per l’organizzazione musicale mondiale Listen for Life.
L’Album I Fly With you, disponibile sulle migliori piattaforme di audio-streaming, contiene brani che fanno parte della sottolineatura del suo audiolibro autobiografico, dal titolo My Life, My Song with No Reservation, è stato prodotto dal suo compagno di vita, il musicista Antgul: italiano, music producer, ingegnere del suono, sin da giovane lavora come tecnico audio e luci presso teatri e concerti della penisola. Diplomato in cinematografia all’istituto Rossellini di Roma, specializzato in montaggio video e suono cinematografico, si Trasferisce negli Usa, dove inizia a lavorare con artisti hip hop e blues, collaborando alla produzione di tre lungometraggi. Inizia poi un percorso di produzione musicale con la moglie presso il suo studio di Los Angeles, quindi fonda Al-Kee, una label che offre vari servizi di produzione musicale.
Da una coppia del genere possiamo immaginare di che calibro sia un’opera che sin dalla copertina appare in bilico tra sonorità assurde, tra passato e futuro, tra terra e cielo. Con una grafica abbastanza anni 80, una donna indiana si proietta verso un cielo stellato. Proprio dalla fusione tra elementi etnici ed elettronica nascono le 7 tracce del disco. Come se non bastasse, la coppia realizza un tributo alla storia dell’elettronica, a partire dagli anni 70. Ma andiamo con ordine…
In Awaken + Dream Sequence la voce di Jehnean, come un canto indiano, risuona in un’atmosfera stellata, con eco e riverbero. La tensione pagana (a tratti ricorda i tedeschi Enigma) si stempera in un martellante ritmo anni ‘90, veloce come un brano house, ma che cerca la vastità del cielo e della terra. Un’interessante sovrapposizione di voci si appoggia su suoni miscelati e synth luminosi. Tunkasila si apre in modo epico, ancestrale, connette l’ascoltatore ad una ritualità pagana, sulla quale riecheggia la voce di Jehnean, spaziosa, che propone un canto in lingua indigena americana. Successivamente lo sviluppo suona molto anni ‘80 (Depeche Mode, ma anche Eurythmics dal terzo minuto, quando la voce è sostenuta dalla musica). Immacolata, dal testo in italiano, oltre ad essere un tributo alla musica sacra italiana, è sfoggio di notevoli capacità vocali. La dimensione corale iniziale si stempera in un crescendo techno e martellante. Vengono in mente capolavori come God is a Dj dei Faithless, ma qui la ricerca è più luminosa, e c’è da dire che questa notevole indole comunicativa ed emozionale è una caratteristica di tutte le tracce del disco. Il brano colpisce per la complessità dei ritmi e della trama elettronica trainante.
Sky Alight potrebbe essere l’ideale traccia singolo del disco, per la bellissima linea melodica vocale: il brano ci porta sul dancefloor di un club anni 90, e la voce di Jehnean è da brividi. Questo brano ed i successivi Speak to Who Will Listen e We are every reason segnano l’abbandono delle radici etniche per il futuribile, ma il brano conclusivo di questo bellissimo trittico è granitico, quasi industriale, a tratti ha una cadenza marziale, la voce sembra muove la terra alla ricerca di un’identità. In I Fly with you il recitativo iniziale cede il passo ad un arrangiamento apocalittico prima, poi luminoso e poliritmico. Il brano è stato scritto da Jehnean mentre tornava a casa nel 2003 dopo un estenuante tour, e anche la musica si muove verso il desiderio di una rivelazione terapeutica e curativa. I Fly with you, del quale è anche presente una versione radio-edit, è una dedica al fratello della cantante, morto prematuramente.
Tutto l’album si muove alla ricerca di una dimensione mistica, ma i momenti di equilibrio sono pochi, e sempre precari, e ciò costituisce un alto canone artistico. La trama elettronica, complessa ed accurata, non è mai asservita al canto, ma lo integra, esprime ciò che le parole non dicono. I Fly with you è un capolavoro che ci rivela come, ancora una volta, la scoperta delle proprie radici può costituire il punto dal quale la musica, nel 2023, deve partire per acquisire una nuova originalità.
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