“Illegacy” è il nome dell’album di inediti di Roberta Di Mario uscito il 13 ottobre per Warner Music. Un viaggio strumentale atipico di 10 brani da ascoltare in loop per evadere non solo dai fermaporta mortificanti, posti ai piedi della nostra fantasia, ma anche per non capitolare ai cliché delle compilation liofilizzate studiate appositamente per rilassare i nervi (e quindi incuranti di ogni riverbero artistico). Roberta Di Mario può permettersi di creare l’incantesimo perché ha attraversato diversi mondi: firma la colonna sonora di “Vivere il mondo di Botero”, “Hands”, e la suona in occasione della mostra internazionale di Botero in Italia e Giappone nel 2014, apre la mostra di arte indiana alla Biennale di Venezia, suona ospite del Consolato italiano per l’evento “Meet the new italian Music Artist in NY” nel dicembre del 2016.
Ha occasione, insomma, a più riprese, di esprimere il suo bagaglio artistico davanti a platee e palati diversi, il cui unico minimo comune multiplo è l’apprezzamento nei confronti delle sue straordinarie doti compositive. Figlia del precedente “A Walk on the piano side”, l’ultima fatica discografica dell’artista parmigiana si apre con “Illegal song”. È un carme drastico e monumentale, dai lineamenti sacri e passionali, un carteggio avviluppato di sontuosità che affida agli archi e al pianoforte la meraviglia del fare musica, il prodigio di poterla ascoltare e l’epifania di poterla condividere. Armonia e tensione si affusolano, si distendono ad accarezzare le aree oscure dell’anima. Le vibrazioni sono intense, sulla falsariga degli Audiomachine, ma con lo slancio enfatico di Fatima al Qadiri. “My everything”, invece, inizia con una catalessi fiabesca, un motivo appena sfiorato – non debole, ma delicato – che solamente a metà si rinvigorisce con l’ausilio di archi e di una melodia sempre più magniloquente. “Duende” strizza l’occhio alla magnanimità trionfale degli X-Ray dog, potrebbe rivelarsi un’ottima colonna sonora, o semplicemente un brano accuratamente selezionato per un’intensa sessione di meditazione.
“Gratitude to the sky” cesella minuziosamente una trama fine, nulla di etereo fine a se stesso: gli intrighi armonici sono cingolati e attraversano i timpani da parte a parte sintonizzandosi con le frequenze cardiache. Nella sua cifra stilistica, Roberta ricorda in più occasioni il Marco Sabiu di “Audio ergo sum”, ma anche l’ardimento compositivo di Stefano Bollani o di Alessandra Celletti. Più di tutto, ascoltando le tracce in successione, si realizza presto che è così stupefacente, di tanto in tanto, imbattersi casualmente in album che non abbiano la prerogativa di civettare ma di esprimere quell'infinito che ogni anima fragile – come scriveva Baudelaire – tenta per tutta la vita di fuggire. Perché è proprio in queste occasioni che il cuore diventa un cercopiteco che salta di brano in brano ricercando altra epicità, volendone ancora, e poi ancora. E poi ancora un po'.
Il colpo di scena giunge con “Uncomplicated”, traccia dinamica con sprazzi di elettronica e percussioni che dimostra magistralmente che l’arte compositiva è un tesoro di cui andare fieri, ma il dna artistico è il discriminante assoluto tra l’essere “venditori di popcorn” (un “pipoqueiro”, come si direbbe in portoghese) e artisti veri. Con “Indefinitely”, per converso, si ritorna al clima rilassato, con striature forestiere in stile Yōko Kanno che somministrano una vaporosa aurea fiabesca al tono del brano. Sembra che dal condotto uditivo transitino creature mitologiche acquerellate, quelle che Miyazaki immortalerebbe cinematograficamente con la stessa poeticità. Perché, inutile negarlo, questo “Illegacy” ha dalla sua parte il dono innegabile della poliedricità: a seconda dell’orecchio che lo avverte, potrebbe trasformarsi in qualcosa di diverso. Un progetto teatrale, una sigla televisiva documentaristica, una trama sonora di una scena clou al cinema. E questo la dice lunga, su quanta solidità abbia questo progetto.
Tracklist:
1. Illegal song
2. My everything
3. Duende
4. Gratitude to the sky
5. Musica bianca
6. Uncomplicated
7. Indefinitely
8. The color of you
9. No intimacy
10. Epilogue
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