Marchiato Bad Karate Dischi, il disco del quintetto sardoWhiu-Whiu ha un titolo interessante almeno quanto i cinque brani proposti nell’album: “In fondo è solo un vile racconto”. Un Ep che rivela da subito un talento assordante, un genio fabbricativo gremito di buone idee vincenti. Il loro genere oscilla tra noise-rock, metal, industrial ma soprattutto è punk nell’animo e non a caso il loro nom de plume è onomatopeico come se a sceglierlo fosse stata la ribelle Pippi Calzelunghe. In “Africa”, primo brano del progetto, s’intuisce immediatamente che il range vocalico della voce protagonista strizza l’occhio ai Litfiba e alle Vibrazioni, in cui le radiazioni calorifiche, accompagnate alle schitarrate ad libitum ventilano l’atmosfera tesa e rendono la batteria un’autentica affilacoltelli. Si avverte chiaramente che l’adduggiare rock della band è un genere sul quale molto lavoro è stato fatto, con un taglio al plasma delicato e molto accurato. Nel brano “Un pezzo alla volta” si ritrovano analogie stimolanti con album quali “Desaparecido” o “17 Re”, con rimandi anche ai Nirvana e alla discola “Lazzaro” dei Subsonica. L’ebolizzione dei contenuti incarogniti sposa in “Partenze” un’hamada in attraversabile, un deserto roccioso di sferzate noisey che patiscono l’azione corrosiva di una voce sbalorditiva, adirata e genuina. Nonostante tra i loro abavi compaiano realtà storiche come i Fire Trails, la loro originalità e la loro bravura non si discutono minimamente: l’assolo di “A denti stretti”percorre i brividi della colonna vertebrale con una cabinovia preferenziale. E' elettrizzante e sigla un disco che come un mudra unisce le dita e sorprende,richiama e intesse connessioni. Attenzione alla dacriocistite chiunque di voi avesse la lacrima facile: un gruppo fresco così lo anelavamo dalla notte dei tempi.
Tracklist:
1. Africa
2. Partenze
3. Colombo
4. A denti stretti
5. Un pezzo alla volta
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