Terzo lavoro per la producer e cantante, che ci porta nelle atmosfere della dance e del
synth pop.
Un brano di 3 minuti e 42 dal titolo “Feeling your love”, fa da apripista e sin da subito si percepiscono in modo chiaro e lampante le influenze artistiche di May Rei. Un brano da disco club, con sonorità che ci portano indietro nel tempo, verso gli anni 80/90, così come in “Gen X”, anch’essa di chiaro stampo dance. La voce del cantato è decisamente profonda e conferisce ai brani un’aurea molto particolare, molto dark ed allo stesso tempo molto delicata. Sembra un po’ ricordare quei timbri alla Annie Lennox, ovviamente con le dovute differenze.
Si prosegue con “Akku Leer” nella quale continua questo viaggio nella dance e nel synth pop, questa volta con i sintetizzatori che diventano più padroni del brano, trovando spazio anche per lanciarsi in una sorta di riff tra un ritornello e l’altro, occupando, tra l’altro, uno spazio alquanto consistente all’interno della struttura del brano.
“A kind of magic” si spinge verso territori più sperimentali, quasi toccando punte di drum and bass e colpisce particolarmente proprio per il suo sound più particolare, illusionistico, simile a ciò che troviamo in “Clouds in my head”, con vesti decisamente più distese. Tratti di dark pop non sotto-valutabili ma, anzi, da notare e sottolineare come passaggio fondamentale dell’opera, proseguendo questo tipo di mood e di sonorità anche in “Laura”. Il basso e la batteria sono diventati decisamente i padroni della scena in questi brani, lasciando quasi esclusivamente a loro il compito di sorreggere l’intera struttura e l’intero arrangiamento, dal cantato, alle incursioni di synth o di piano elettrici.
Si passa a ritmiche latineggianti, ovviamente in salsa dark e synth pop, di “Pandora”, dove si sovrastruttura una influenza di grunge, udibile nel sound delle chitarre e nelle melodie delle stesse, fino ad arrivare all’arrangiamento di basso.
Si torna alle atmosfere più dance in “Claustrophobia”, ormai, però, caratterizzate da questo mood ipnotico, così come per “On Hold”, un brano quasi interamente strumentale, nel quale si viaggia in atmosfere mistiche.
Anche “Super-GAU” è un brano strumentale, dove tutto diventa più disteso, ricordando molto i fasti del synth pop e della synth wave, per poi chiudere con “Void”, strumentale prettamente dance.
Insomma un lavoro di tutto rispetto, nel quale ci sono diverse sfumature, concertate in un panorama che è quello della dance e del synth pop, che descrivono a pieno il progetto di questa cantante. Tutto, inoltre, è di ottima fattura, dagli arrangiamenti, alla produzione.
Vi invitiamo ad ascoltare “It’s all about phases” e seguire May Rei su tutti i suoi canali ufficiali per non perdervi neanche una novità.
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