Recensione: Roberta Giallo – L’oscurità di Guillaume

Roberta Giallo

Targato Yellow Music, dal 20 gennaio, è disponibile il nuovo album della cantautrice marchigiana Roberta Giallo, coadiuvata dal musicista Mauro Malavasi. Un disco rappresentato dal singolo “In amore muoio di frontale”, traccia arabeggiante che si eleva celestiale decantando l’amore con raffinatezza primigenia. Concept album che è una cronistoria di un amore dissolto, di un amore arso con rapidità fino a lasciare le ceneri alla poetica della pupilla di Lucio Dalla. Il mondo di Roberta, sia chiaro, persino nella parentesi oscura di un dispiacere sublimato così meravigliosamente, è sempre popolato da migliaia di sfumature.
Ecco che si parte con “Con la fantasia”, brano che risalta la sua voce cristallina, che può compiere qualsiasi acrobazia a suo piacimento e che è un potente vettore spirituale di un cantautorato atteso come tsunami nel deserto. Voce e pianoforte, in un’amalgama perfetta: le note scorrono come le precipitazioni di “Acqua di fiume”, che si rivolge ad Eraclito per raccontare dello scorrere inesauribile del talento. Le tracce seguono un percorso guidato obbligatorio di morte e rinascita, amarezza e riappacificazione col sé, nelle quali i vocalizzi sono un parasole donato con animo puro, ben consapevole dell’ascendente trascendentale della musica. In ordine sparso, pregne di questa meravigliosa aura, si alternano brani che folgorano l’anima come “Nuvola”, “Giornata no”, “Io amo le cicale”, “Mon age”, che come in “Lucevan le stelle” sfodera un timbro che è elettrocardiogramma dei sentimenti.
Come Atalanta e Ippomene, tra Guillaume e Roberta è stata lanciato il pomo d'oro dell'arte, che non solo ha distratto il dolore del distacco, ma anche sublimato come in pochissime occasioni prima nella musica, un amore che ha "impastato i cuori" e lasciato i segni indelebili di un'oscurità fuggitiva. Con lei ci si ricorda mitologicamente che il migliore musicista fu giudicato Marsia e non Apollo, dal re Mida, proprio perché poco importa che troneggino i soliti ritornelli pop, in cima alle classifiche: l'arte è indomita di natura, e trabocca piena di splendore, tracima incontinente pregna di mistero. Citando una strofa dell’incredibile “Non amarmi due secondi”, “Si piange sempre per la bellezza […] e tu sei commente”: questo disco lo è. E’ quel disco che mai ti aspetteresti di trovare nell'attuale discografia italiana, così simile a un asfodelo nella sua bellezza fantasmatica incompresa e nella sua resilienza a crescere in campi tristi e desolanti malgrado la sua bellezza. Un disco da comprare, ascoltare, amare, tenere stretto al proprio silenzio. 

  • 9.5/10
    - 9.5/10
9.5/10

You must be logged in to post a comment Login