Recensione: “Out of space” – Lost Dogs Laughter

Accompagnato dal video del primo singolo scelto, “Sweeter Reaction”, “Out of space” è l’esordio discografico dei Lost Dogs Laughter, band italiana nata nel 2010 quando Matteo Astone decise di registrare una versione acustica di alcune canzoni già possedute nel suo repertorio. Da allora, molto trambusto ha portato il gruppo all’incipit della carriera, dopo un debutto live  avvenuto all’Auto Club di Roma. Registrato presso il Synthesis Recording Studio, l’album si compone di nove brani che percorrono la zigzagante strada del rock in tutte le sue sfumature, convincendo a metà e risuonando a malincuore già sentito  mille altre volte. L’apripista avvalora da subito la tesi: è un buon brano, senza infamia alcuna, ma ripropone la formula navigata, scaltrita, a metà tra Nirvana e Motörhead in un’indefinita “Terra di mezzo”.

Arrivano poi i giri di basso sghembi di “Honestly”, con i suoi accorgimenti leali e apprezzabili, subito a dimostrare che quando la band si inarca a complicare i soliti ingredienti (qualitativamente inattaccabili, emotivamente debolucci), il carattere sgorga dalle tempistiche strette, spostando l’asticella verso gruppi come Saxon e Judas Priest. Con “Go away” c’è la prima tregua, gli animi implacabili rallentano e donano una ballad che fatica a iniziare nel migliore dei modi ma che manca di animalità,un’intuitività che si riprende in quell’accorato “I wish I could” che rapisce il cuore e segna il punto di svolta.

Nel momento in cui si abbandona il nero dei chiodi e del rock ‘puro e duro’ a tutti i costi, con tinte più ventilate (come in "Fade", più The cure e R.E.M.), la conformazione del progetto diviene indubbiamente più interessante. Un esempio? “Fallen angel”, tanto per cominciare. Una canzone che è un giusto compromesso tra personalità e adorazione per i propri miti, nella quale si avverte qualche pizzicore in stile Mumford & Sons, e persino quando si ritorna nel terreno malsicuro del rock “Am I” risuona molto System of a Down e sono punti a favore.

Risuona tutto, nel suo insieme, come uno stadio pregenitale: una prepotenza che "potrebbe", ma che ancora non è, che nonostante tutto porta a casa il piacere e l'emozione di essersi manifestata. I lost dogs Laughter sono una mandragola da tenere d’occhio: una creatura che manifesta stridula il suo pianto quando la si estrae dal suo terrario confortevole e dona tutte le sue migliori proprietà. Ed è proprio nella profondità, siamo certi, che  la band saprà raccogliere le precauzioni per intraprendere percorsi più personali. E fare ancora meglio. 

 

 

Tracklist


1. Sweeter reaction
2. Honestly
3. Go away
4. Worse unknown
5. Fade
6. Fallen Angel
7. Am J?
8. Out of space
9. The forgetful

 

 

  • 6/10
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