Recensione: “Rainbow” – Kesha (Kemosabe Records)

Il racconto che Kesha ci propone con il suo ultimo album “Rainbow” (uscito l'11 Agosto per Kemosabe Records, RCA) è forse uno dei più sfruttati nel mercato della musica: la rinascita, il risveglio, il cambiamento, l'arcobaleno dopo la tempesta appunto. Molte volte è stato citato da Lady Gaga, ultimamente se ne è reso proprio anche la collega Miley Cyrus, ma nonostante il continuo rimescolamento delle carte in gioco è sempre un tema molto attuale. Tuttavia, ciò Kesha presenta al pubblico con questo nuovo progetto non è solo una lezione di vita, ma un'aspra denuncia verso il fautore di tutti i soprusi che l'hanno resa penosamente vittima. L'ispirazione principale per la scrittura di questo album viene in seguito alla chiamata in tribunale voluta dall'artista stessa del celeberrimo produttore discografico Dr. Luke, accusato di violenze sessuali e psicologiche a discapito della cantante. La causa (ancora in corso) ha destato l'attenzione del pubblico riguardo alla vicenda, rendendo così l'uscita dell'album ancora più attesa ed interessante.

Effettivamente fin dalle prime tracce dell'album si intuisce il dramma dell'artista e la necessaria voglia di rivincita. “Bastards” apre il disco: un'incoraggiante inno scritto appositamente per i suoi fan, molti dei quali hanno combattuto i suoi stessi crimini. Dopo questa traccia tenera e leggermente malinconica, i giochi cambiano immediatamente, portando l'ascoltatore verso “Let 'em Talk”, una delle due canzoni in collaborazione con gli “Eagles of death metal”. Si può intuire quindi il carattere decisamente più aggressivo e metallaro, stemprato tuttavia dalla femminile voce di Kesha, che dona un tocco pop alla traccia.

Da questa canzone il ritmo non si ferma un attimo, passando dal country rock di “Woman”, al synth pop di “Hymn” (sicuramente una delle tracce più caratteristiche dell'album, un altro regalo dell'artista ai suoi “animals”, i fan che non l'hanno mai abbandonata, neanche nei momenti peggiori).

Nonostante tutte queste tracce siano pezzi unici nella discografia di Kesha, il vero protagonista del disco è “Praying”, primo singolo estratto prodotto questa volta da Ryan Lewis. Con questo capolavoro Kesha ha per la prima volta esposto dopo cinque anni la sua situazione. Al contrario di quello che ci si aspetterebbe, Kesha non vuole trasmettere risentimento nei confronti del suo aggressore, ma spera in un genuino cambiamento della sua persona, accettando quello che le ha fatto passare, poiché solo in questo modo lei è stata in grado di diventare quello che è ora. Questo è il significato generale di “Rainbow”, ribadito anche nella title track, prima canzone scritta per l'album nella clinica dove l'artista si è dovuta curare per disordini alimentari in seguito alle violenze subite.

Non mancano ovviamente canzoni più leggere (quelle che hanno rese celebre l'artista), però questa volta scritte seguendo le sue regole. Non troviamo tracce dance o hip hop come nei precedenti album, ma in “Rainbow” regna il rock and roll (come in “Boogie Feet”, altra traccia in collaborazione con gli “Eagles of death metal”) e il country (a proposito:  bisogna sottolineare la bellissima “Old flames (can't hold a candle to you)”, in collaborazione con la regina del country Dolly Parton).In questo album si riconosce la vera Kesha, in passato molto spesso nascosta dal personaggio che era costretta ad interpretare. Non a caso non troviamo più il simbolo del dollaro nel suo nome, caratteristica che aveva suscitato interesse quando uscì il suo primo singolo “Tik Tok” nel 2010.

La rinascita di Kesha con “Rainbow” è un ritorno onesto alle proprie radici, rese sterili per troppo tempo dal suo aggressore. Quello che più colpisce guardando la cantante nei suoi ultimi live è il sorriso soddisfatto di chi è riuscito finalmente a uscire da un tunnel buio e soffocante, e vedere la luce dopo tanto tempo. Dopo la tempesta sorge veramente l'arcobaleno, e Kesha ne è una testimone vivente. 

 

 

Tracklist


“Bastards”
“Let ‘em Talk” (feat. Eagles of Death Metal)
“Woman” (ft. The Dap-Kings Horns)
“Hymn“
“Praying“
“Learn to Let Go“
“Finding You”
“Rainbow“
“Hunt You Down”
“Boogie Feet” (feat. Eagles of Death Metal)
“Boots”
“Old Flames (Can’t Hold a Candle to You)” (ft. Dolly Parton)
“Godzilla”
“Spaceship”

  • 8/10
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8/10

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