Recensione: “Reborn” – Detevilus project

Fuori “Reborn” del coraggioso Detevilus project, nuovo atteso album per gli amanti del genere djent e progressive metal. Un album ricco, vario, estremante metal dai tocchi melodici ed armonici, una potenza sonora impressionante per un one man band che sfida ogni logica ed etichetta di mercato e produzione.

Tredici tracce per un viaggio nel progressive metal duro e corposo, moderno a tratti retro, con sfuriate aggressive e momenti di stasi, per un dinamismo compositivo arduo e ben articolato. Davvero impressionante e da dire soprattutto spericolato e forse audace questa opera solitaria di questo giovane poli-strumentista che nella sua cameretta si destreggia nei vari strumenti e concepisce un intero album con personalità e attenzione. Davvero da stimare solo per questo, e anche se un orecchio attento e competente può notare qualche piccola mancanza tecnica e qualche passaggio lievemente forzato o ripetitivo, non ha niente da invidiare alle produzioni discografiche di studios e labels del genere, portandosi prepotentemente nel panorama metal con vigore e stima, musicalmente completo e ponderante.

“Reborn” è un lavoro concreto e addirittura ammaliante che lascia senza respiro gli amanti del puro metal e quelli di un approccio più contemporaneo e astratto del djent. Una prospettiva futuristica di un genere ormai ombra di se stesso ma che con follie interpretative come quella di Detevilus project può appunto rinascere in una nuova veste contemporanea e astratta…

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