Pubblicato il 20 Marzo di quest’anno, il nuovo disco degli Skelters si chiama “Rivoluzione 9”, titolo enigmatico che in nove tracce ripone in bacheca tutto il talento del gruppo calabrese, selezionato da Marco Stanzani di “Red &blue Music relations”. Presentato in occasione dell’Uniweb tour, progetto che prevede esibizioni live nelle maggiori web radio universitarie italiane (Prato, Siena, Napoli), il nuovo capitolo firmato da Giuseppe Russo,Luigi Longo, Emanuele Russo e Domenico Martinis è uno scrigno pregiato di spiritualità e pop inanellati come una treccia a cestino. Un tesoro che inizia con “Siamo”, che oscilla tra Baustelle e Depeche Mode, brano nel quale si esplora la dualità che coabita il genere umano nel profondo, assieme al bello e al brutto innegabilmente connessi. “Siamo tutti consumisti, alle volte un po’ arrivisti”, cantano e nella miriade di circostanze in cui l'essere umano esprime la sua "evanescente realtà" il ritmo si fa conciso, sgambettante, energico. La proprietà lessicale sposa una personalità incapace di tergiversare, meritevole di centrare l'obiettivo di descrizioni flash, conturbanti, esplosive. Segue “Eroe”, con la sua fitta quantità di parole in stile Le Luci della Centrale Elettrica, carica di una melodia che cattura e stravolge. L'eroismo viene deprivato della sua aura mistica, in questi tempi al collasso, l'aureola di beatificazione passa per qualità semplici eppure indispensabili come il coraggio di non arrendersi alle brutalità della natura umana, la gioia di fare l'amore, il ritrovare in se stessi la divinità vincente per un mondo zoppicante (simile all'Eroe di Caparezza, ma con meno verve politica). I quattro di “Lux Mundi” si muovono “come angeli dentro un mondo di cartone” (la splendida “Kamikaze”), capaci di azzeccare in pieno un ritornello (“Anima, vendo l’anima”, discendente dal cantautorato stile Keane e Snow Patrol), ma anche di lasciare riverberare l’ispirazione, orientandosi tra diversi registri linguistici (accade in “Ora non ci sei più”). Il predominio lessicale rispetto a quello melodico è un distintivo netto e maledettamente interessante, che proietta anche il singolo “Londra” in un’ottica incuriosita che preme per entrare dal buco della serratura: quale messaggio esistenziale si cela sotto, viene da domandarsi insistentemente. Tra i simboli e i rimandi, oltre l’esoterismo e la numerologia, “Rivoluzione 9” somiglia nel midollo a una montagna di neve che si ha timore di sciogliere. Auguriamoci rimanga intatta nella sua cristallinità.
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