“Siamo qui e nessuno è solo”, intervista ai Nearby

Nearby

È uscito il 15 aprile “Home”, il primo album dei Nearby che comprende canzoni nate dal 2018 ad oggi. Questo disco è nato per l’appunto “a casa”, termine inteso come ambiente intimo e confortevole, ma non solo: per “casa” si intende anche il senso  di vicinanza e di familiarità che lo stesso duo sente quando suona questo genere musicale. Le registrazioni sono avvenute tra Roma e Portland. Nearby è una realtà musicale Southern rock/blues che nasce nel 2018. Amanti da sempre delle sonorità natie del Midwest, i due artisti hanno dato vita ad un progetto che racchiude le sfumature calde e profonde del country e del blues, aggiungendo al genere un sound moderno, che guarda al mondo attuale del pop-rock. Nel 2019, i Nearby intraprendono un mini tour di concerti negli USA, partendo dal “Rum Boogie cafè” di Memphis, passando per “Hole in the wall” di Austin, fino ad arrivare a “The plough and the stars” a San Francisco. Questo gli ha permesso di presentare così la loro musica ad un pubblico internazionale, riscontrando grandi apprezzamenti proprio nei luoghi che tanto li hanno ispirati. Nel febbraio 2020, portano la loro musica in Europa, al “The Music cafè Dublin” (Dublino), e il 15 aprile esce “Home”,  il loro primo EP.

Come nasce l’album Home?
“Home” nasce da un lavoro che va avanti dal 2018. In questi due anni abbiamo tirato giù parecchi brani, che raccolgono le nostre assonanze e le nostre diversità, rispecchiano i nostri gusti comuni, ma al contempo mischino il patrimonio musicale di ognuno di noi. Tra questi, ne abbiamo estrapolati 5 producendo il nostro Ep, “Home”.
Le registrazioni sono avvenute tra Roma e Portland: com’è andata?

Portland è stata tappa fondamentale per il sound di tutto l’album. Infatti, Il lavoro svolto qui a Roma è stato supervisionato da Jimi Bott , per poi passare al mastering finale al Telegraph Mastering Studio nelle mani di Adam Gonsalves. Tenevamo tantissimo a questa cosa.


Volete parlarci della vostra esperienza in America?
L’esperienza americana è stata unica. Sapevamo che Andare a suonare nei luoghi che più ci hanno ispirato sarebbe stato fantastico, ma non immaginavamo di rimanerne segnati così tanto. I luoghi, la musica e le persone del Midwest ci sono entrati dentro, tanto da creare un legame che ci obbliga a tornare, il prima possibile. In particolare ci ha colpito il loro modo di valorizzare la musica, senza pregiudizi nè schemi di ogni natura, e di riconoscerne il valore e l’importanza. Abbiamo degli amici musicisti li, persone fantastiche che torneremo presto a trovare, e con le quali collaboreremo per progetti futuri.
L’album esce in un periodo particolare: come lo state vivendo?
Beh, sicuramente questo periodo, come per chiunque, era totalmente inaspettato, e ci ha lasciati molto spiazzati. Questo però non ci ha scoraggiato, stiamo andando avanti con il nostro progetto e lavorando più che possiamo per far sentire la nostra voce anche in un momento così critico per tutti.
Anzi, cerchiamo spesso di fare compagnia ai nostri fan sui social, organizzando dirette, suonando e collaborando anche con altri musicisti
Secondo voi la musica può aiutare in un momento così delicato? Se sì, perché?
La musica può aiutare? Assolutamente sì! Anzi, forse è la cosa che può aiutare di più in assoluto. Perchè tante persone, anche se non musicisti, si affacciano dai balconi e cantano, suonano , e provano a fare percussioni con tutto quello che hanno? Perché la musica è il mezzo di comunicazione universale. In un momento così critico, in cui siamo senza parole , o ce ne sarebbero così tante da dire che non sappiamo da dove iniziare, la musica è l’unica lingua che ci unisce, tutti. Da una finestra all’altra, o da un profilo social ad un altro. Con la musica, ognuno a suo modo, ci stiamo dicendo: SIAMO QUI E NESSUNO È SOLO.

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