“Sopra di te” è il suo nuovo singolo, è una battuta di caccia, un funkettone electro-pop con un testo dal sapore piccante, in perfetto stile IODA. È un brano che fa il solletico, sinonimo posh di “Netflix and chill”. È la voglia di amare giocando, di aggiungere al romanticismo un pizzico di sensualità e malizia.
Insomma, un brano che scalderà il vostro letto meglio della borsa termica.
video link: https://www.youtube.com/watch?v=a6mDAKvKVd8
Abbiamo intervistato l’artista…
Chi sei? Descriviti brevemente e parlaci del tuo progetto musicale….
Sono IODA, ma il mio vero nome è Chiara e sono nata a Verona nel 1998. Sono una cantautorapper e mi muovo tra i generi dell’electro-pop, urban e RnB. Il progetto IODA nasce nell’aprile 2021 dall’incontro con il songwriter Mirko Tommasi, il cantautore e produttore Simone Laurino e Mario Vallenari di XO Publishing.
Da quanto tempo suoni? Perché hai scelto l’elettronica contaminata con funk e urban?
Il mio primo approccio alla musica è stato da piccola attraverso la danza, ma è solo durante la prima adolescenza che ho iniziato a prendere lezioni di pianoforte, canto e chitarra. La commistione di generi non è tanto una scelta, quanto una conseguenza della mia famelica curiosità: durante il mio percorso artistico sono entrata in contatto con persone, luoghi e correnti musicali diverse. Questo mi ha portato a giocare coi generi, in particolare con la musica elettronica (scoperta durante l’adolescenza) ed il soul-funk-RnB (molto in voga a Londra). Il tocco urban è merito invece della sapiente creatività di Simone Laurino, che a questo amalgama di influenze ha saputo dare un piglio freschissimo ed attuale.
Qualche aneddoto, episodio particolare che vorresti raccontarci?
Ne avrei diversi, ma quello che mi fa ancora sghignazzare è il motivo per cui i miei genitori mi affibbiarono il soprannome Yoda, quando ero ancora in culla. Il personaggio di Guerre Stellari si distingue per la saggezza, ma non certo per la bellezza. Quando nacqui, infatti, ero prematura di un mese e mezzo, più piccola della media e raggrinzita: Yoda è stata la prima immagine che venne in mente ai miei genitori vedendomi (l’altra fu “rospetto”, che poco si allontana dal concetto). E meno male che “Ogni scarrafone è bell’a mamma soja”!
Descrivi la tua musica con 3 parole….
Frizzante, sensuale, poliedrica. Il perché lo intuirete subito ascoltandola!
Puoi presentare ai nostri lettori il tuo singolo “Sopra di te”?
Io e Mirko Tommasi abbiamo scritto “Sopra di te” nell’aprile 2021, in pieno lockdown, un periodo in cui avevo un bisogno incontenibile di energia ed emotività, di stare con gli altri, di tornare a vivere la mia giovinezza con spensieratezza. È da questa spinta che nasce “Sopra di te”: una sorta di inno all’eros, un sipario in cui si intrecciano amore e gioco, affetto e malizia. Il ritmo è incalzante e ballabile, la sonorità un po’ hip-hop e un po’ funk, un po’ hot e un po’ easy peacy. La manina magica di Laurino ha saputo rendere il mood alla perfezione.
Essere emergenti ora. Che Italia discografica ti trovi davanti?
Senz’altro siamo davanti a una grande rinascita dell’RnB, che non è mai pienamente riuscito a fare breccia nel panorama italiano: ne abbiamo avuti degli esempi negli anni 2000 (come Alex Baroni, Tiziano Ferro, Giorgia) che però non si sono mai staccati troppo dalle sonorità classiche del pop melodico all’italiana. Ora per la prima volta, soprattutto da parte degli artisti emergenti, si sente molto di più la spinta verso una musica più internazionale. Anche le canzoni al loro interno sono in rivoluzione: se prima il focus era appunto sulle melodie, oggi è il flow – la ritmica delle parole – a regnare sovrano anche nell’ambito pop. Riguardo i testi, poi, credo ci sia molta più libertà di non doverli rendere necessariamente comprensibili al primo ascolto, anzi: spesso le stesse hit hanno testi complessi, intelligenti ed evocativi, e parte del gioco sta proprio nel decodificarli (che poi è anche ciò che molte volte spinge a riascoltare). Infine, credo sia un’era in cui stanno nascendo (non solo a livello musicale ma in ogni campo) sempre più realtà indipendenti seguite da nicchie, controcorrente ed in contrasto con i colossi del marketing musicale, come le grandi etichette e i talent.
A cosa ti ispiri per scrivere le canzoni e quali sono i tuoi riferimenti musicali?
L’ispirazione per me arriva moltissimo dalla quotidianità, dalla mia risposta emotiva alle piccole cose di tutti i giorni. Insomma, mi piace portare in tavola sentimenti e situazioni in cui tutti si possono riconoscere. Anche i temi sociali mi stanno molto a cuore e credo che, con attenzione, se ne avverta la presenza sottile in quasi tutti i miei brani. Per quanto riguarda i miei riferimenti, ne ho di diversi per ogni aspetto del creare musica. La mia scrittura è a metà tra il cantautoriale ed il rap e si ispira da una parte a De Andrè, Bennato, Guccini e i grandi cantautori italiani, dall’altra a rapper come Willie Peyote, Ernia, Rancore ed altri. Per l’interpretazione amo le figure fortemente energiche ed emotive, di oggi e di ieri: Beyoncé, Freddie Mercury, Stromae, Nathy Peluso. Il sound arriva un po’ da tutte queste influenze ed altre di carattere soul, come Pino Daniele, Amy Winehouse e Sting.
Per te cosa deve trasmettere la musica?
Penso che tutti noi cerchiamo nella musica noi stessi o chi vorremmo essere. Cerchiamo insomma un senso di appartenenza, ed è per questo che prima di tutto la musica deve trasmettere verità. E non intendo la verità assoluta, il giusto e sbagliato: intendo che deve mostrare la parte più vera e intima dell’artista, la faccia più nascosta e vulnerabile, quella che parla e che ha tanto da dire. Ci sono un sacco di cose che nella normalità è complicato spiegare a parole, che è duro ammettere o proibito sognare: con la musica, in modo più semplice o più codificato, puoi dire tutto. Anzi, penso che da artisti dobbiamo avere il coraggio di dire tutto e farlo nel modo più genuino possibile. Poi ci sono i tecnicismi e la ricerca, che sono altrettanto importanti ed aiutano a trasmettere il messaggio nel modo più efficiente ed originale possibile, ma non valgono nulla se manca prima di tutto la genuinità.
Puoi anticiparci qualcosa sui tuoi prossimi progetti musicali?
Con piacere! Innanzitutto, se già con “Vega” e “Sopra di te” abbiamo spaziato tra l’urban e l’elettro-funk, nei prossimi due singoli – in programma per febbraio e marzo – potete aspettarvi sonorità più morbide e RnB per uno, mentre l’altro sarà un pugno di bassi in stile urban hip-hop. Si spera che poi, con l’arrivo dell’estate, la pandemia mollerà la presa e tornerà ad esserci molto più spazio per i live. Per tutti gli aggiornamenti siete benvenuti a ficcare il naso nel mio profilo Instagram @iodabek e sul mio canale Youtube. Grazie per la chiacchierata e a presto! 🙂
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